giuliano

domenica 6 dicembre 2015

I PELLEGRINI DI DIO (34)



















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I pellegrini di Dio (33)

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La sua rima (35)














L'arrivo certo delle rondini alla missione di San Juan Capistrano, la
comparsa delle balene grigie davanti alla costa dell'Oregon in marzo, e
 il movimento di animali come i wapiti dai territori più alti a quelli più
bassi del Wyoming in autunno sono altri esempi di migrazione ben no-
te nell'America Settentrionale.
Quando mi recai nell'Artide per la prima volta non avevo per guidarmi
altre idee che questi eventi fuori misura. Tuttavia aprirono a sufficienza
la mia mente a un movimento prodigioso e diverso della fauna attraver-
so l'Artico; e suggerirono una comprensione della complessità di tali av-
venimenti naturali, in apparenza semplici.




E mentre osservavo il movimento delle balene, degli uccelli e dei caribù,
credevo di discernere la base da cui alcuni hanno trattato gran parte del-
la loro comprensione metaforica della simmetria, delle cadenze e dell'ar-
monia dell'Universo.
Nell'Artide si svolgono contemporaneamente diversi tipi di migrazione-
pellegrinaggi, e non tutti sono legati al ciclo annuale della terra. Gli ani-
mali si stanno ancora adattando alla ritirata dei ghiacci del Pleistocene,
che ebbe inizio circa 20.000 anni or sono.




Alcune specie della zona temperata si stanno spostando gradualmente
ma costantemente verso nord, e modificano il loro comportamento op-
pure, come il lemming dal collare e la volpe polare, si stanno facendo
crescere mantelli di pelliccia più folti, come impone la necessità.
Le fluttuazioni climatiche misurate su un periodo di tempo molto più bre-
ve (dell'ordine di alcuni secoli) sono responsabili degli spostamenti cicli-
ci verso nord di certe popolazioni animali durante questi periodi.
Negli ultimi cinquant'anni, per esempio, i merluzzi e numerose specie di
uccelli si sono spinti più a nord sulla costa occidentale della Groenlandia,
mentre popolazioni di volpe rossa si sono stabilite più a nord nella tundra
dell'America settentrionale.




Gli animali residenti da molto tempo nell'Artide reagiscono a certe specie
di disastro ecologico a breve termine, come fu il caso dei buoi muschiati
nell'inverno 1973-74, o alle fluttuazioni violente della loro popolazione, co-
me i lemming; dopo un certo tempo tornarono a popolare certi paesaggi
e ne abbandonano altri.
Per affrontare i cicli annuali gli animali artici hanno messo a punto varie
strategie. I lemming si muovono sotto la neve; i calabroni ibernano; le vol-
pi polari si avventurano sul ghiaccio marino.




Molti altri animali inclusi i caribù, i trichechi, le balene e gli uccelli, migra-
no coprendo distanze a volte enormi. La Sterna paradisiaca, per esempio
al termine dell'estate artica raggiunge in volo l'Oceano Antartico, compien-
do un circolo annuale in cui vede probabilmente meno ore d'oscurità di qua-
lunque altro animale della terra.
Altri uccelli migratori che si avventurano sul mare cambiano nicchia ecolo-
gica. Il labbo che durante l'estate va a caccia di roditori nella tundra diven-
ta un divoratore di carogne in alto mare.




Su una scala più modesta rispetto a questi cicli annuali vi sono le migrazioni
degli animali durante una stagione, come il movimento dei buoi muschiati; e
i movimenti localizzati regolari, legati ai ritmi diurni di un animale, come l'a-
bitudine di certi branchi di lupi che ogni sera lasciano la tana per andare a
caccia.
Per concludere, è difficile tenere in mente l'estensione di tutti questi movi-
menti. A complicare le cose per chi volesse tentare di fissare questo ordine
nel tempo c'è il fatto che, all'interno dei contorni generici del comportamen-
to tradizionale, gli animali esplorano sempre il paesaggio.
Si mettono sempre in moto reagendo ad accenni e moniti che per noi non
sono evidenti....

(B. Lopez, Sogni Artici)















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