giuliano

domenica 7 luglio 2013

SOSTA AD AVIGNONE (denaro & guerra) (10)














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Se, come è noto, la Chiesa ha cominciato almeno da Innocenzo
III (1196-1226) a formalizzare i prelievi dovuti dalla società cri-
stiana alla Santa Sede, l'organizzazione della corte pontificia ha
richiesto più tempo.
Un passo decisivo è la scelta compiuta da Giovanni XXII (1316-
1334), di assoggettare tutti i benefici ecclesiastici al sistema
fiscale centrale.




Le necessità finanziarie della corte papale sono sensibilmente ag-
gravate da due circostanze: l'edificazione del palazzo dei papi ad
Avignone, dal 1345 al 1360, e le guerre condotte in Italia (ma non
 solo) contro gli aggressori dei possedimenti pontifici.
Incontriamo qui due dei settori principali che nel Medioevo hanno
accelerato e incrementato il ricorso al denaro (lo sterco del diavo-
lo): l'edilizia e la guerra.
Dal pontificato di Clemente VI (1342-1352) la Santa Sede avigno-
nese si trova pertanto costretta a incrementare le entrate fiscali.
 Il primo passo è l'approvazione dei benefici, conseguita




grazie a due iniziative: la nomina diretta ad opera del papa dei
titolari di un beneficio in cambio di una parte delle rendite che
ne derivano; la confisca da parte della Santa Sede delle rendi-
te dei benefici vacanti.
Il fisco pontificio si scopre peraltro inaspettatamente arricchi-
to dalle conseguenze della Peste nera che si abbatté sull'Europa
dal 1348.
I benefici di molti titolari morti durante l'epidemia vanno infatti
ad alimentare direttamente le finanze della Chiesa. Per contro,
l'avidità pontificia suscita, soprattutto in Germania e Inghilterra,
nuovi aspri conflitti tra Santa Sede, Chiese nazionali e principi.
E' stato perfino ipotizzato che l'ingordigia fiscale dei papi avigno-
nesi sia stata una delle lontane cause della Riforma protestante.
(Prosegue....)
(Jacques Le Goff, Lo sterco del diavolo)










 

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