giuliano

mercoledì 14 agosto 2013

FATE LA CARITA' (46)
















Precedente capitolo:

La notte vagabonda (45)

Prosegue in:

Terza Giornata (quarta novella) (47)










...Gli rispose Antinoo:
- 'Qual Dio ci portò questo malanno, disturbatore del convito?
non vedi che stiamo mangiando... Perché argomenti tu povero
accattone. Sta' lì nel mezzo, lontano dalla mia mensa, se non
vuoi giungere ben presto a un amaro Egitto un'altra volta e a
Cipro.
Che mendicante ardito e impudente sei!
Ti accosti a tutti, l'uno dopo l'altro: ed essi danno così, alla leg-
gera, poiché non c'è misura né ritegno a largheggiare con la ro-
ba altrui, quando ce n'è in abbondanza per ognuno'.




Si trasse indietro Odisseo e gli disse:
- Ahimè, ahimè, tu non hai oltre la bellezza anche il senno!
Di casa tua non daresti a un supplicante un grano di sale, tu che
ora sedendo o godendo della roba altrui non avesti cuore di pi-
gliar su un po' di pane e offrirlo: e sì che di vivande ce n'è molte'.

Così parlava. E Antinoo si sdegnò ancor di più e guardandolo
torvo con il suo occhio gli diceva:
- Ormai non te ne andrai più via dalla sala a tuo bell'agio, dal
momento che dici anche insolenze qui nella nostra bella sala....
Così parlò: e prese lo sgabello e lo colpì alla spalla destra, qua-
si dietro le spalle, in cima alla schiena. Ed Odisseo rimase im-
moto come rupe, come una montagna salda con la sua cima im-
biancata: non lo fece vacillare il colpo di Antinoo....




Scosse il capo in silenzio, l'eroe: meditava nel suo segreto la
vendetta. E ritornò sulla soglia e si sedeva: depose la bisaccia
ricolma e così parlò ai Proci:
- 'Ascoltatemi, presidenti della gloriosa regina: vi voglio dire
quello che m'impone il cuore. Non c'è da affliggersi dentro di sé
né da addolorarsi quando uno viene colpito combattendo in dife-
sa dei suoi beni, o buoi o candide pecore: ma Antinoo colpì me
per via del ventre sciagurato, questo maledetto ventre che pro-
cura agli uomini tanti malanni.
Ma se ci sono per i mendicanti in qualche parte Dèi e furie ven-
dicatrici, mi auguro che Antinoo prima delle nozze lo colga la
morte'.




E a lui rispondeva Antinoo, il figlio piccolo di Eupite:
- Mangia tranquillo, o forestiero, seduto lì, o vattene altrove
dalla nostra sala..., se non vuoi che questi giovani, a parlare
così, ti trascinino lungo la sala per un piede o per un braccio,
e ti straccino tutto...'.
Così parlava e tutti gli altri si sdegnarono fieramente.
E qualcuno di quei diceva............












Nessun commento:

Posta un commento