giuliano

venerdì 22 agosto 2014

ATHERTON (il bullo...) (2)








































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Atherton (il bullo...)













Il capobraccio Jamie e il dottor Jackson abbozzarono un sogghigno
... beffardo... Poi il direttore, sbuffando, aprì la marcia e i quattro
uscirono dalla mia cella.
Rimasto solo, non vedevo l'ora di immergermi nell'oscurità e di tor-
nare a Nephi, ai carri della carovana sistemati in circolo. Non mi im-
portava nulla di quel sudicio eremita che si strofinava le costole con-
tro la roccia e beveva da un fetido otre: volevo conoscere la fine del-
la fatale avanzata dei quaranta carri attraverso una terra desolata e
ostile.
Riuscii a tornare indietro, non a Nephi né al Nilo, ma....




... Ma a questo punto, caro lettore, devo interrompere il racconto e
spiegare alcune cose che ti renderanno più agevole la comprensione
del tutto.
Sono costretto a farlo, perché il tempo che mi resta per completare
la storia di quello che mi è successo quando ero nella camicia di for-
za è limitato.
Fra non molto, anzi fra pochissimo tempo, mi condurranno fuori,
i bulli hanno deciso la triste sorte.... Del resto, anche se potessi di-
sporre di mille vite, non potrei mai ricostruire nei dettagli quelle e-
sperienze. Pertanto, debbo accorciare il racconto....
Voglio dire innanzitutto che Bergson ha ragione: la vita non si può
descrivere in termini puramente razionali.
Come ha detto Confucio tanto tempo fa: 'Se della vita conosciamo
così poco, che cosa possiamo sapere della morte?'.




Proprio così, visto che non riusciamo a descrivere l'esistenza in ter-
mini razionali. La conosciamo fenomenicamente, allo stesso modo
in cui un selvaggio può conoscere una mano, ma non sappiamo nul-
la della sua essenza noumenica, nulla della natura ultima della vita.
Io affermo - e tu, lettore, sai che ho l'autorità per farlo - che la ma-
teria altro non è che illusione....
.... La vita è molto di più che semplice e rozza materia chimica, che
nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note.
La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le
forme prese dalla materia.
Lo so.
Io sono la vita....




Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di
anni, ho posseduto numerosi corpi.
Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono
la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia
la faccia del Tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre
sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiami-
amo corpi e che io ho fuggevolmente abitato.....
Guardate: questo dito, così sensibile (con il quale ho attraversato
pagine e pagine di vite in Dialoghi con Pietro Autier...), così deli-
cato nelle sue molteplici abilità, fermo e forte a sufficienza per
flettersi, piegarsi o irrigidirsi per mezzo di leve straordinarie, eb-
bene questo dito non sono io....
Mozzatelo.
IO CONTINUO A VIVERE.....




E' il corpo ad essere mutilato, non io.
Lo spirito, che coincide con il mio io, resta intatto....
MOLTO BENE...
E ora tagliatemi tutte le dita (voi ne siete capaci, lo sappiamo..).
IO RESTO 'IO'.
LO SPIRITO RIMANE INTEGRO.
Tagliatemi tutte e due le mani, tutte e due le braccia ( lo avete già 
già fatto per secoli...) all'altezza dell'attaccatura delle spalle, taglia-
temi (pure) le gambe all'altezza dei fianchi ED IO SOPPRAVVIVERO',
indomito e indistruttibile...
FORSE CHE VOI PENSATE che queste mutilazioni, queste sottrazio-
ni di carne, tolgono qualcosa al mio io?
CERTAMENTE NO.
Radetemi i capelli a zero, toglietemi a rasoiate le labbra, il naso,
le orecchie (e ridete mentre lo fate, vi do' questo umile consiglio),
sì, cavatemi gli occhi fino alla radice: entro quel teschio informe
attaccato a un tronco mutilato e mozzo ancora vive una cellula di
carne chimica che è il mio io intatto, integro.. PIU' FORTE DI PRI-
MA.....




MA IL CUORE BATTE ANCORA (non lo sentite....)!
Molto bene, strappatemelo......
Meglio ancora, infilate ciò che resta della mia carne in una macchi-
na provvista di mille lame, fatene brandelli ed io - NON CAPITE?
IO, vale a dire lo SPIRITO, IL MISTERO, IL FUOCO VITALE,
la mia stessa vita, RESTERANNO LIBERI.
IO NON SONO PERITO.....

(J. London, Il vagabondo delle stelle;
 Fotografie di Kent Mearig)
















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