giuliano

sabato 30 novembre 2013

AMMAZZARE IL TEMPO (chi lo ha ucciso?) (11)








































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Ammazzare il Tempo (10)

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Ammazzare il Tempo (la nostra infanzia) (13/12)












La dimensione spaziale e la sua risoluzione nelle ricostruzioni paleo climatiche, tuttavia, sono anch’esse importanti, perché potrebbero rivelare i profili climatici dei paleo climi a scala più fine. Questi potrebbero essere importanti sia per comprendere i meccanismi dei mutamenti climatici, sia nel raffinare le previsioni del clima futuro su scala regionale.
E’ chiaro ad esempio, dalle ricostruzioni paleo climatiche preliminari dedicate all’Europa, che l’Europa meridionale non era più calda di quanto lo sia oggi, anzi in alcuni casi lo era di meno, 6000 anni fa, quando gran parte dell’Europa settentrionale era di oltre 1° C più calda di oggi.
Analogamente, le prove offerte dalle variazioni di livello dei laghi mostrano che il mutamento del rapporto tra precipitazioni ed evaporazione ha avuto nella parte occidentale del Nord America un andamento assai differente alle varie latitudini dell’ultimo periodo glaciale.
Risulta chiaro anche, sia in Europa che nella parte orientale del Nord America, che vi è sta-
to un cospicuo riadattamento dei profili climatici complessivi all’epoca dei...... 




rapidi mutamenti post-glaciali, con conseguenti cambiamenti nell’allineamento dei maggiori ecotoni – i confini tra le principali tipologie di vegetazione – nei due continenti.
Le registrazioni paleo climatiche delle dimensioni della velocità dei mutamenti climatici del passato è importante in primo luogo non tanto per la previsione dei futuri mutamenti climatici, quanto per  valutare invece gli impatti che i mutamenti previsti potranno avere sugli organismi e gli ecosistemi.
Le previsioni per il prossimo secolo concordano su un incremento della temperatura media globale di circa 2,5° C nell’arco di 100 anni.
L’esame dell’archivio paleo climatico mostra come sia necessario risalire fino al Terziario per trovare delle temperature medie globali tanto alte; la maggior parte degli organismi attuali, a quel tempo, non si erano ancora evoluti fino alla loro forma attuale e gli andamenti climatici globali erano sostanzialmente diversi da quelli odierni.



 
Rapidi mutamenti climatici di dimensioni paragonabili sono invece avvenute più di recente nella storia paleo climatica; le cosiddette ‘terminazioni’ delle fasi glaciali del Quaterniario, l’ultima delle quali si verificò tra i 15.000 e i 10.000 anni fa, presentano una crescita stimata della temperatura globale di circa 5° C, e segnano la rapida transizione da una precedente fase glaciale alla successiva inter-glacile.
Tali terminazioni, tuttavia, pur se rapide in termini geologici, sono comunque durate diversi millenni; i dati fanno pensare che il tasso di riscaldamento globale durante la terminazione più recente non sia stato superiore ai 2,5° C per millennio.
E’ già un valore dieci volte minore del tasso previsto per il prossimo secolo; se si usa uno dei valori massimi dati dalle simulazioni del riscaldamento globale durante il prossimo secolo, insieme a una stima più prudente del tasso di riscaldamento globale alla fine dell’ultima glaciazione, il tasso storico potrebbe essere anche 100 volte più lento di quello previsto per il futuro.


lunedì 25 novembre 2013

AMMAZZARE IL TEMPO (il nastro della realtà) (5)















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Ammazzare il Tempo (4)

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Ammazzare il Tempo (6)








- ... Volelo dire, gli addetti alla manutenzione dei robot organici;
questi due uomini sono arrivati all'incirca alle quattro e tre quarti,
e da allora hanno lavorato per rimettermi a posto. Ora sono le...
sei e un quarto del mattino. Ho molto freddo e voglio andare a
letto; oggi non ce la faccio ad andare in ufficio; proprio non ce
la faccio.
Si voltò, tirando su con il naso. Quel rumore lo infastidì.
Uno degli addetti alla manutenzione disse:
- Ha giocherellato con il suo nastro della realtà.




- Sì,
ammise Poole. Perché negarlo? Era ovvio che avessero trovato
la striscia che lui aveva inserito.
- Non avrei dovuto restare fuori fase per tanto tempo,
disse.
- Ho inserito soltanto una striscia da dieci minuti.
- Ha messo fuori uso il meccanismo di trasporto del nastro,
spiegò il tecnico.
- Il movimento del nastro si è interrotto; ciò che lei ha inserito lo
ha fatto bloccare, e automaticamente l'unità si è spenta per evita-
re che il nastro si spezzasse. Perché si è messo a giocare col na-
stro? Non sa cosa potrebbe succedere?




- Non ne sono sicuro,
disse Poole.
- Ma si è fatta un'idea abbastanza precisa.
- E' per questo che l'ho fatto,
rispose acido Poole.
- Il conto è di 95 rane. Pagabili a rate, se vuole,
disse l'addetto alla manutenzione.
- Okay,
rispose; rimase lì seduto, un po' stordito, si strofinò gli occhi
e fece una smorfia. Gli faceva male la testa e si sentiva lo sto-
maco completamente vuoto.




- La prossima volta tagli il nastro a filo,
disse il capo tecnico.
- Così non si incepperà. Non le è venuto in mente che ci fosse un
sistema di sicurezza all'interno? In questo modo l'unità si ferma piut-
tosto che....
- Cosa succede....,
lo interruppe Poole, con un tono di voce basso e volutamente cauto,
- se il nastro smette di passare attraverso l'analizzatore? Niente na-
stro.... niente di niente. La fotocellula che scruta verso l'alto senza
impedimenti?
I tecnici si guardarono. Uno dei due disse:
- Tutti i neurocircuiti si chiudono e vanno in cortocircuito.
- E che significa?
disse Poole.
- Significa la fine del meccanismo...... DI TUTTO IL MECCANI-
SMO della ditta, comprende quanto le sto dicendo... signor Poole...?

(P. K. Dick, La formica elettrica  & Escher)














martedì 12 novembre 2013

LE 'SECONDE' PIOGGE (19a sessione per i cambiamenti climatici) (16)











































Dedicato alla 19a Sessione per i cambiamenti climatici:

Varsavia 2013

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Le 'Seconde' piogge (15)

Prosegue in:

Le 'Seconde' piogge (17)









In ogni angolo del pianeta sono in aumento le auto e le loro
emissioni di ossidi d'azoto, che una volta nell'atmosfera pro-
ducono acido nitrico e contribuiscono alle piogge acide...




Di ossidi d'azoto ce ne sono tanti.
I più importanti e dannosi per l'ambiente e per la salute, so-
no il monossido (NO) e il biossido d'azoto (NO/ 2), spesso
indicati con il termine generico di (NO/x).
Molto diffusi nelle città, sono generati dalla combustione di
idrocarburi e biomasse. Ne emettiamo più noi delle fonti na-
turali, peraltro non ben conosciute, come i fulmini e il terre-
no.
Gli ossidi d'azoto (NO/x) sono generalmente riassorbiti dall'-
ambiente per mezzo di reazioni che avvengono nell'atmosfe-
ra e che producono nitrati, i quali possono essere assorbiti 
da piante, o depositati al suolo, o essere disciolti nell'acqua.




Sono però anche coinvolti in reazioni chimiche che portano
alla formazione o alla distruzione dell'ozono.
Nella stratosfera, sopra circa 20-25 chilometri di quota, ne
catalizzano la distruzione. A quote inferiori, invece, fanno il
contrario: ne catalizzano la formazione attraverso reazioni
FOTO-CHIMICHE, cioè attivate dalla radiazione solare in
presenza di altri agenti inquinanti.
Per la precisione, in ambienti ricchi di ossidi d'azoto - come
l'aria inquinata delle città - le reazioni chimiche di ossidazio-
ne di monossido di carbonio e idrocarburi portano alla produ-
zione di ozono e, quindi, di SMOG FOTO/CHIMICO.




Non c'entra con lo smog classico dovuto all'anidride solfo-
rosa: smog è una sovrapposizione di 'smoke' e 'fog', conia-
ta per descrivere un famoso episodio avvenuto a Londra
nel dicembre del 1952, quando circa 4 mila persone perse-
ro la vita a causa dell'acido solforico contenuto nelle goccio-
line di nebbia.
Lo SMOG fotochimico si riferisce all'aria inquinata da alte
concentrazioni di ozono e di particelle di tipo organico, più
frequenti d'estate.
L'inquinamento fa aumentare l'ozono nella troposfera, os-
sia nella parte inferiore dell'atmosfera, quella dove si svol-
ge gran parte dei fenomeni METEOROLOGICI......




Nella stratosfera, l'ozono è 10 volte più abbondante e molto
più utile: protegge dai raggi Uvb del Sole. Nella troposfera
fa il contrario: attacca il nostro sistema respiratorio. E sic-
come è chimicamente assai reattivo, influisce anche sulla
produttività delle piante, DIMINUENDOLA, e inducendole
a rilasciare idrocarburi molto reattivi, come l'isoprene o il
terpene.
Forse lo fanno per difendersi da questo gas, il quale sareb-
be attaccato e distrutto da tali molecole.
L'ozono (NON DIMENTICHIAMO IL SUO... BUCO..) nella tro-
posfera svolge però un'altra funzione molto importante:
  partecipa alle reazioni che, in presenza di radiazioni ul-
traviolette, portano alla produzione di radicali idrossili,
molecole molto reattive costituite da un atomo di ossige-
no e uno di idrogeno.




E questo è un bene.
I radicali idrossili sono presenti in quantità minime nell'atmo-
sfera, appena 4 molecole ogni 100 mila miliardi di molecole
d'aria, ma contano: sono estremamente reattivi e ossidano
l'atmosfera molto più di quanto facciano l'ossigeno stesso e
l'ozono.
Rendendo l'atmosfera a sua volta un ambiente ossidante,
cioè che favorisce reazioni chimiche 'di ossidazione'. Que-
sto è un fatto degno di attenzione, che fu scoperto agli ini-
zi degli anni Settanta dallo scienziato Hiram Levy.
In generale, infatti, le reazioni di ossidazione con questo
componente ultraminore dell'atmosfera generano molecole
che sono rimosse più facilmente per mezzo delle piogge, op-
pure assorbite dalle piante e dal terreno.




In questo modo, l'atmosfera si mantiene, per così dire, puli-
ta anche dalle tante sostanze inquinanti prodotte dall'uomo.
Il radicale IDROSSILE (così raro e in minoranza...) è perciò
chiamato 'il detergente dell'atmosfera'....

(Per concludere tal intervento: i parametri della chimica del-
la natura evolutasi in miliardi di anni... sono e stanno non più
evolvendo verso condizioni ottimali ma al contrario verso con-
dizioni negative e nocive non solo per l'uomo ma anche per
tutte le specie direttamente o indirettamente coinvolte con la
sua "instancabile attività", perché esse prime artefici e matto-
ni della vita.
Con il BUCO DELL'OZONO le condizioni, come potete ben
constatare sono in-volute e/o modificate. L'economia non è
condizione necessaria e sufficiente per ignorare problemi di
vasta portata. Problemi che incidono anche e soprattutto su
tutte quelle condizioni atmosferiche (e non) dove i parametri
sono irrimediabilmente mutati...




PROBLEMI che torneranno irrimediabilmente a condizio-
nare la vita dell'uomo, problemi che cadranno come una
'dura pioggia' e di cui il cosiddetto 'uomo evoluto' potrà
ignorarne portata e consistenza, e ignorando i relativi
danni che tale atteggiamento comporta e di conseguen-
za apporta verso il bene comune dato come 'valore eco-
nomico' (raggiunto e da raggiungere), opererà in mani-
era irreversibile e contraria ai traguardi prefissati (con-
trari non solo alla natura ma anche alla sua stessa natu-
ra).  L'Economia è una risorsa a lunga durata.
Non certo a breve durata del profitto a corto raggio, non
è un fanciullo in età scolare, ma bensì una nave ben navi-
gata nell'Oceano della nostra evoluzione. Se le onde del-
l'Oceano ci porteranno ad una navigazione disagiata le
colpe saranno individuabili non solo nel profitto o nella
trascuratezza dell'uomo, ma anche ai suoi interessi a
CORTA O BREVE DURATA, e di conseguenza alla trascura-
tezza di inesperti e corrotti  politici al timone della Nave
da cui traggono solo profitti e privilegi derivanti dalla
presunta guida ammiraglia di tal difficile navigazione.
- Curatore del blog -)

(P. J. Crutzen, Benvenuti nell'Antropocene;
 Fotografie di: Mark Dorf)














domenica 10 novembre 2013

L' INVERNO DEL NOSTRO UNIVERSO (12)





































Precedenti capitoli:

Manas (10/9) &

L'inverno del nostro Universo (11)

Prosegue in:

Le prime piogge (14/13) 










.... Nel caso della forza di gravità la situazione appare ancora
più strana perché il campo gravitazionale non è che una defor-
mazione dello spazio: è spazio curvo.
L'energia racchiusa in una deformazione dello spazio può tra-
sformarsi in particelle di materia e di antimateria. Ciò avver-
rà ad esempio, in prossimità dei buchi neri, e questo processo
costituisce probabilmente la più importante fonte di particelle
durante il big-bang.
La materia appare quindi spontaneamente dallo spazio vuoto.
Si pone dunque il seguente interrogativo: l'esplosione primor-
diale nasce da un'energia preesistente o tutto l'Universo si tro-
va in uno stato di energia zero, in cui l'energia necessaria per
la produzione della materia proviene dall'energia negativa del-
l'attrazione gravitazionale?




L'idea di un Dio creatore che con un atto di volontà ha fatto
sì che l'Universo esistesse è profondamente radicata nella
cultura giudaico-cristiana.
Però si è visto che questa convinzione pone più problemi di
quanti ne (vorrebbe nei secoli) risolve(re), come è dimostra-
to dalle controversie dei teologi.
La difficoltà principale rimane la natura del Tempo.
Oggi sappiamo che il Tempo è inestricabilmente collegato al-
lo spazio, e che lo spazio-tempo fa parte dell'Universo così
come ne fa parte la materia.




Se (quindi) il Tempo appartiene all'Universo fisico e obbedi-
sce alle leggi della fisica, ne consegue che il Tempo è com-
preso in quell'Universo che Dio dovrebbe aver creato.
Ma ha senso dire che Dio è causa del Tempo quando l'espe-
rienza ordinaria ci insegna che la causa precede sempre l'ef-
fetto?
La casualità è calata nel Tempo: il Tempo deve esistere 'Pri-
ma' che una cosa causi un'altra cosa.
Se il Tempo non esiste, concepire un Dio che esiste Prima
dell'Universo è assurdo, dato che non esiste né un Prima né
un Dopo...




Già Agostino, nel V secolo, era consapevole di questi proble-
mi. Fu Boezio, un secolo dopo, che li analizzò e li approfon-
dì, elaborando un concetto di creazione molto più astratto e
sofisticato di quello ordinario.
Secondo Boezio, Dio esiste al di fuori dello spazio e del Tem-
po: esiste per così dire sopra la Natura, (ma) e non prima di
essa (??). Questa idea di un Dio senza Tempo non è immedia-
tamente comprensibile ed appare matematicamente e filoso-
ficamente contraddittoria...




La divinità fuori del Tempo 'crea' l'Universo in un senso più
complesso: lo mantiene cioè in esistenza in ogni momento.
Il deismo (più che il teismo) predica un Dio che mette sem-
plicemente in moto l'Universo, mentre il Dio senza Tempo a-
gisce in ogni istante.
Il remoto creatore cosmico viene così ad assumere una con-
notazione di maggiore immediatezza, poiché agisce qui e
adesso: ma risulta in cambio più oscuro, poiché il concetto
di un Dio al di sopra del Tempo è arduo e complesso (ed e-
retico...).
Per concludere vi sono Due alternative: il Dio nel Tempo
causa della creazione e il Dio senza Tempo che continua-
mente conferisce (invisibile ed inimmaginabile) esistenza
all'Universo, Tempo compreso.....

(P. Davies, Dio e la nuova scienza)















venerdì 8 novembre 2013

LETTI D'OSPEDALE (digiuni di stato....) (6)















Precedente capitolo:

Letti d'ospedale (prigionieri del Tempo...) (5)

Prosegue in:

Manas (8/10)









L'arbitrista era rimasto in silenzio fino a questo momento, ma
arrivato a questo punto, non si trattenne più, e disse: "In que-
st'ospedale la miseria ha riunito quattro malcontenti della più
bell'acqua; ma io mando al diavolo gli uffici e i mestieri che
non divertono chi li esercita e tanto meno dàn loro da man-
giare.
Io, signori miei, faccio l'arbitrista e in diverse occasioni ho
dato a sua Maestà molti e svariati consigli, ridondanti tutti a
suo profitto, e senza scapito per li reami....




Ed ora ho qui pronto un memoriale nel quale lo supplico di
indicarmi una persona di fiducia a cui io possa comunicare
un nuovo progetto che ho formulato tale che rappresenta la
totale restaurazione delle sue pendenze.
Ma, da quel che mi è successo con altri memoriali, ho pau-
ra che anche questo finirà in sacco rotto. Tuttavia, affinché
lorsignori non mi prendano per mentecatto, e sebbene così
il mio espediente diventi pubblico fin da questo momento,
lo voglio dire, ed è questo: si deve chiedere al Parlamento
che tutti i vassalli di Sua Maestà, dall'età di quattordici an-
ni a quella di sessant'anni, siano obbligati a digiunare una




volta al mese a pane ed acqua, e questo nella giornata che
sarà scelta e comunicata, e che tutto l'importo che ciascu-
no dovrebbe spendere in quella giornata in altre ricche e
costose ed inutili pietanze di frutta, carne, pesce, uova e
legumi, nonché in bevande, sia ridotto in moneta sonante
e sia dato a Sua Maestà senza defraudarla sia pure d'un
quattrino, e questo sotto giuramento: con tal mezzo, in
vent'anni il re diventerebbe libero d'ogni raggiro e senza
più debiti.




Perché, se si fanno i conti come li ho fatti io, ci sono si-
curamente in Ispagna più di tre milioni di persone della
suddetta età, senza contare i malati, i più vecchi e i più
giovani, e nessuno tra quelli non spenderà certo, come
minimo, meno di un reale e mezzo al giorno; ma mettia-
mo pure che non sia più di un reale, e meno non può es-
sere di certo, se anche mangiasse trigonella....
Ebbene, sembra forse a lorsignori che sarebbe cosa da
buttar via l'avere ogni mese tre milioni di reali, come
nulla per l'illustrissima e sapientissima Nostra.....
Maestà....?




Inoltre, questo sarebbe più di giovamento che di dan-
no a chi digiunasse, perché col digiuno egli si farebbe
merito col cielo e servirebbe il suo re; senza contare
che l'essere obbligati a digiunare per molti potrebbe
anche giovare alla salute....
Questo mio è un espediente semplice e chiaro, e si
potrebbe fare la riscossione parrocchia per parroc-
chia, senza intervento di commissari appaltatori, che
son quelli che mandano in rovina la cosa pubblica.
In tal modo, lorsignori vedrebbero come mirabile e
divina visione ne gioverebbe oltre che alla Magnifi-
ca Maestà del nostro amato Sovrano...., anche alla
sua amata corte.....".

(M. de Cervantes, Novelle esemplari, Colloquio dei cani;
 Fotografie di: Chris Kilipp)















domenica 3 novembre 2013

NANIsecondi (... senza specchi) (passanti senza memoria) (2)













Precedente capitolo:

Nanisecondi (... senza specchi....)

Prosegue in:

Visioni (senza tempo...) (3) &

Nanisecondi di storia....









In che modo gli scienziati oggi possono inviare dalla Terra raggi
laser sui riflettori ad angolo posti sulla Luna e farli tornare sulla
Terra.
La Luna si trova, in media, a circa 384.000 chilometri di distan-
za, ossia a 1,3 secondi luce, quindi il viaggio di andata e ritorno
richiede 2,6 secondi.
Quando questi scienziati osservano con i loro telescopi il segna-
le laser riflesso, osservano un evento, l'invio dell'impulso laser,
che è accaduto sulla Terra 2,6 secondi prima.
... Essi vedono cioè il passato della Terra....




Benché non siamo in grado di 'vedere' le onde radio, anche que-
ste ci consentono un contatto con il passato. Il radiotelescopio
Goldstone in California ha fatto rimbalzare un segnale radar su-
gli anelli di Saturno.
La durata del viaggio di andata e ritorno del segnale tra la Terra
e Saturno è stata di 2,4 ore. Così, quando il segnale è ritornato,
gli scienziati hanno effettivamente rivelato la sua emissione dal-
la terra 2,4 ore prima.
Supponiamo di voler osservare la Terra come appariva un anno
fa'. Basterà sistemare un grande riflettore ad angolo a mezzo
anno luce di distanza e osservarlo con un grande telescopio (op-
pure, aggiungo io, supponiamo di voler osservare la Terra nel
suo remoto passato antievoluzionista e intollerante non verso il
progresso, ma bensì verso le forme pure della conoscenza: ba-
sta immettere questo post nell'orbita di una.... e poi.... ).




I satelliti spia in orbita a 300 chilometri di altezza sono in grado
di distinguere le targhe delle automobili a terra. Da una distan-
za di 300 chilometri, un telescopio del diametro di 180 centime-
tri può dare una buona risoluzione di oggetti delle dimensioni di
 8 centimetri, il che rappresenta la miglior risoluzione possibi-
le dallo spazio, a causa della rifrazione variabile che ha luogo
nell'atmosfera terrestre.
Con un telescopio del genere, da un punto nello spazio alla di-
stanza di 300 chilometri sarebbe possibile distinguere una rock
star in concerto in uno stadio.
Così costruendo un telescopio di diametro dieci volte maggio-
re, si potrebbe vedere la medesima scena con uguale nitidez-
za da una distanza dieci volte superiore.




Il telescopio capterà i fotoni provenienti dall'evento con uguale
ritmo, e si avrà una visione parimenti chiara. Ora immaginiamo
di costruire in un punto appropriato del sistema solare un enor-
me telescopio con un diametro 40 volte maggiore di quello del
Sole; puntiamolo su un riflettore angolare corrispondentemente
grande distante mezzo anno luce.
Si potrebbe allora avere una vista altrettanto buona di un con-
certo rock che avesse avuto luogo sulla terra un anno prima.
Indubbiamente si tratterebbe di un progetto costoso: ci vorreb-
bero almeno 10 elevato alla 31esima $, facendo una stima basa-
ta su un'estrapolazione a partire dal costo del Telescopio Spazia-
le Hubble.




Nello spazio esistono già dei riflettori che teoricamente potreb-
bero rinviarci dei fotoni provenienti dal passato della Terra:
I BUCHI NERI...
La luce che entra in un buco nero non ne esce mai più a causa
dell'enorme attrazione gravitazionale, ma un raggio di luce che
passasse nelle immediate vicinanze di un buco nero potrebbe
essere deflesso a 180 gradi e tornare verso la terra.
Il buco nero Cygnus X-1, che probabilmente ha una massa più
di sette volte maggiore di quella del Sole, si trova a una distan-
za di 8000 anni luce.
In linea di principio, un fotone emesso dalla Terra nel 14.000
a.C. potrebbe aver raggiunto quel buco nero, avergli girato at-
torno eseguendo una conversione a U, ed essere ritornato sul-
la Terra, arrivandoci nell'anno 2000.
Ciò ci restituirebbe un'immagine del mondo del..........

(J. R. Gott, Viaggiare nel tempo;  Fotografie di Aaron Groen)