giuliano

venerdì 6 dicembre 2013

AMMAZZARE IL TEMPO (nuova cosmologia compiuta) (19)



















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Ammazzare il Tempo: (nuova cosmologia compiuta) (18)

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Stiamo per renderci conto che ogni evento influisce in qualche modo su qualsiasi altra cosa. Poiché ogni cosa è correlata, è necessario organizzare l’attività in sistemi integrati.
Charles R. Dechert, professore di Scienze politiche alla Catholic University of America, riassume così l’importanza dei nuovi principi organizzativi che hanno rimpiazzato la ‘linea d’assemblaggio’ della mentalità dell’era industriale: ‘La cibernetica estende il circolo di processi che possono essere controllati, questa è la sua caratteristica speciale e il suo merito’.
La crescente fiducia riposta nei computer assicura l’istituzionalizzazione dei principi della cibernetica come il modo di organizzazione del futuro.
Il filosofo delle scienze e professore emerito Marjorie Grene, dell’Università della California a Davis, suggerisce che mentre Wiener e gli altri ingegneri miglioravano la capacità delle macchine di regolare il loro stesso rendimento, essi si convincevano del fatto che il loro stesso lavoro si comportava come un vero e proprio sistema vivente. Quindi conclusero che le linee guida che andavano elaborando per le loro tecnologie dovevano avere una qualche correlazione con le linee guida dei sistemi viventi.
Secondo Grene, un nuovo modo di pensare incominciava  a prendere piede sia nel campo dell’ingegneria sia nel campo delle scienze della vita. 
Il messaggio è questo: osservate i progetti e il funzionamento delle macchine, studiate ingegneria… per trovare modelli teoretici da applicare alla biologia, proprio come Darwin ha studiato il comportamento degli  allevatori di pecore e gli addestratori dei piccioni viaggiatori per giungere alla formulazione della sua teoria sulla selezione naturale.




Wiener sognò di unificare l’ingegneria e la biologia e apparentemente molti tecnici in entrambi i campi erano ansiosi di condividere la sua visione. Nel loro libro ‘Current Problems in Animal Behaviour’, Thorpe e Zangwill valutarono quanto, giunti ai primi anni Sessanta, la teoria dell’informazione aveva influenzato la biologia, e conclusero che già allora le scienze della vita stavano soccombendo alle teorie operative degli esperti di cibernetica. Secondo Thorpe e Zangwill, gli scienziati di entrambi i campi stavano già trovando punti di contatto ‘sotto il vessillo della cibernetica di Norbert Wiener’.
Oggi, i biologi molecolari di tutto il mondo sono molto impegnati nel progetto di raccolta di dati più ambizioso della storia. In laboratori governativi, universitari o di industrie private, i ricercatori stanno mappando e sequenziando l’intero genoma delle creature, dalle forme più basse dei batteri agli esseri umani, con lo scopo di trovare modi per imbrigliare e per sfruttare le informazioni genetiche a scopi economici.
Mappare e sequenziare i genomi è solo l’inizio…..
Riorganizzare tutto il mondo della Natura a livello genetico, con un occhio ai possibili utilizzi commerciali, è un’impresa incredibile, forse la più grande impresa manageriale mai concepita. Comprendere e classificare tutte le reti dei rapporti che intercorrono tra geni, organi, organismi e ambienti esterni e comprendere le cause delle mutazioni genetiche e delle risposte fenotipiche, equivale a concepire un modello di sistema complesso mai visto prima d’ora. Solo con un approccio interdisciplinare, e un grande contributo degli scienziati informatici, si può sperare di portare a termine l’impresa.
Non c’è da stupirsi se la bioinformatica ha assunto un ruolo sempre più importante. Titani nel campo dei computer come Bill Gates e adepti di Wall Street come Michael Milken, stanno investendo molto denaro nel nuovo campo della bioinformatica, nella speranza di rafforzare il matrimonio tra informazione e scienze della vita.




Nel 1996, il mondo della biologia molecolare sbalordì Wall Street annunciando la creazione del primo chip di Dna, questi sono stipati di Dna e sono stati disegnati per ‘leggere’ l’enorme quantità dell’informazione genetica nel genoma degli organismi viventi.
L’ultimo esempio di integrazione dell’informazione con le scienze della vita ci arriva nella forma del ‘computer molecolare’, una macchina pensante fatta di filamenti di Dna piuttosto che di silicone.
Nella storia ogni grande rivoluzione economica e sociale è stata accompagnata da una nuova spiegazione della creazione della vita e del modo in cui la Natura opera. Il nuovo concetto della Natura è sempre l’argomento più importante della matrice che costituisce ogni nuovo ordine sociale. In tutti i casi, la nuova cosmologia serve a giustificare la giustezza e l’inevitabilità del nuovo modo in cui gli esseri umani stanno organizzando il proprio mondo, presupponendo che la Natura stessa è organizzata secondo linee simili.
Ogni società si può così sentire rassicurata dal fatto che il modo in cui conduce le proprie attività è compatibile con l’ordine naturale delle cose e, inoltre, è giusto riflesso del grande disegno della Natura. Per più di un secolo, il nostro concetto di Natura, della Natura umana e del significato dell’esistenza, hanno rispecchiato la straordinaria influenza che la teoria di Darwin sull’origine e sullo sviluppo delle specie ha avuto.
Sarebbe difficile per molti di noi immaginare un mondo senza la sua teoria quale guida nel nostro viaggio. Ora, però, questo pilastro del pensiero del XX secolo viene scosso fino alle sue fondamenta. Le nostre idee sulla Natura, sull’evoluzione e sul significato della vita, vengono ricostruite dalle fondamenta mentre ci avviciniamo al secolo della biotecnologia.
Darwin costruì una teoria della Natura che, in ogni suo particolare, rinforzava le convinzioni dell’era industriale. In questo modo, Darwin fornì qualcosa che aveva molto più valore di una mera teoria della Natura. Darwin diede all’uomo e alla donna dell’era industriale le certezze di cui avevano bisogno per superare ogni dubbio che essi avrebbero avuto nutrire sulla correttezza del loro comportamento.




La sua teoria confermava quello che gli esseri umani erano così ansiosi di credere: il modo in cui stavano organizzando la loro esistenza era in ‘armonia’ con il naturale ordine delle cose. Similmente, le nostre nuovissime idee sull’evoluzione sembrano essere compatibili con il nuovo modo in cui stiamo per organizzare la vita economica nel secolo della biotecnologia, fornendo ancora una volta una rassicurazione molto necessaria sul fatto che quello che stiamo facendo è una semplice riflessione dell’ordine naturale delle cose e che inoltre è giustificabile e inevitabile.
La nuova cosmologia è la settima regola della nuova matrice operativa del secolo della biotecnologia. E’ importantissimo, innanzitutto, il ruolo che questa cosmologia avrà per dare un significato alle nuove circostanze economiche in cui si trova la nostra società. Questa è la caratteristica che viene meno tenuta in considerazione, ma è anche più importante di qualsiasi altra nuova matrice-guida, e il perno sul quale poggia l’intero edificio.
Bisogna anche ricordare questo: una volta che una nuova cosmologia viene largamente accettata, le possibilità di aprire un serio dibattito sui modi in cui l’economia e la società sono state nel frattempo riorganizzate, sono pochissime. Si è infatti diffusa l’opinione che la riorganizzazione economica e sociale è un’amplificazione – e non una deviazione – dai presupposti naturali. Ogni critica viene quasi sempre considerata con sospetto, perché sembrerà voler contrastare o mettere in dubbio un ordine sociale che è organizzato, in ogni suo aspetto, per rispecchiare l’ordine naturale delle cose.
Le diverse concezioni della Natura si concentrano sempre sulle grandi questioni: Da dove veniamo? Dove andiamo? Gli esseri umani hanno avuto a loro disposizione una serie di risposte facilmente accessibili su cosa sono la Natura e la vita. Da dove vengono tutte queste risposte? Quanto sono attendibili? Perché le risposte che abbiamo per lungo tempo pensato al di sopra di ogni sospetto diventano all’improvviso oggetti di scherno e di ridicolo? Le nuove risposte che le sostituiscono sono più valide o....
 



saranno prima o poi condannate allo stesso fato ignominioso?
Il fatto è che noi esseri umani non possiamo vivere senza una qualche idea comune sul significato della Natura e della vita. Quando ci fermiamo a pensare a quale potrebbe essere il nostro personale destino dopo avere esalato l’ultimo respiro vitale, o quando cerchiamo di immaginare che cosa sia esistito prima dell’esistenza in sé, molto probabilmente veniamo paralizzati dai dubbi. Il nostro concetto della Natura ci permette di superare queste ansietà estreme. Ci fornisce alcune delle risposte che ci permettono di andare avanti. Una concezione della Natura, allora, è più di una spiegazione di come interagiscono le cose viventi una con l’altra.
Serve anche come punto di riferimento per decifrare il significato dell’esistenza in sé. Più di questo, le concezioni della Natura sono i costrutti critici sociali con i quali ogni società si misura e giustifica i propri rapporti con il mondo circostante.
Cercate di immaginare una società che aderisce fiduciosamente a una concezione della Natura in contrasto con il modo in cui costruisce l’attività quotidiana. Ovviamente, qualunque concezione della Natura deve essere compatibile con il modo in cui la gente si comporta in un dato ambiente culturale, perché abbia un senso e allo stesso tempo risulti accettabile. E’ sempre stato così.
Ogni civiltà giustifica il proprio comportamento rivendicando di avere l’ordine naturale al proprio fianco. In ogni caso, il processo di legittimazione è lo stesso. Una società organizza se stessa e il suo ambiente. Le gerarchie vengono costituite. I rapporti vengono determinati. I doveri vengono assegnati. Le ricompense vengono distribuite. Ma come fanno i membri della società a sapere che il modo in cui hanno messo a punto la propria società è quello giusto?




Questa è la vera domanda politica che ogni società deve affrontare. La risposta assomiglia al trucco di un prestigiatore. Visto che il concetto che la società ha di ciò che il mondo intero è viene altamente influenzato dal modo in cui ogni giorno sta organizzando il suo mondo immediato, per la cultura è solamente ‘naturale’ arrivare alla conclusione che la realtà politica, sociale e culturale che vive e che prova devono, di fatto, essere realtà.
Quindi si tratta solamente del breve passo di costruire un modello della Natura che sia strettamente simile al modo che viene costruito dalla società. Allora, senza alcuna sorpresa, la gente trova che il proprio comportamento corrisponde, di fatto, all’ordine della Natura e per questa ragione conclude che l’ordine sociale esistente è appropriato.
Quali migliori legittimazioni ci possono essere per qualsiasi organo di governo?
Gli individui dirigono e le istituzioni prevalgono fino a quando un numero sufficiente di persone si convince che un comportamento di questo tipo sia una semplice immagine ‘dell’ordine naturale delle cose’. Le varie concessioni della Natura servono anche come strumenti politici essenziali per sollecitare inequivocabili ‘rispetto e rassegnazione’. nessuno insinuerebbe che sia corretto, e nemmeno possibile, resistere all’ordine naturale.
E se la società dovesse manifestarsi ingiusta, sfruttatrice, repressiva, che cosa dovrebbe fare una persona?
Se la società è semplicemente un’immagine dell’ordine naturale delle cose, o almeno è strutturata in modo da aderire al grande disegno della vita, allora sfidarla in qualsiasi modo fondamentale sarebbe sconsiderato e autodistruttivo, come sfidare la Natura in sé. Per la società in generale e per l’élite che ci governa in particolare, una concezione della Natura fornisce un mantello di legittimità all’ordine sociale esistente……

(Il vero problema, invece, è che le nozioni specchio di una impropria Evoluzione vengono distorte dallo stampo originario cui tutti indistintamente apparteniamo, volendo costruire una impropria realtà del Cosmo… )


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