giuliano

lunedì 24 luglio 2017

GENTE DI PASSAGGIO: il vecchio Bruegel (Dateci dentro voi...) (96)




















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Le visioni dei folli &

Ognuno  &  Nessuno  &










Contro la politica di 'Giulio' (95/94)

Prosegue in:

Nessun superbo ama Dio (né la verità) (97)













Un'altra incisione del van der Heyden.
Vi compare la sigla 'Aux quatre Vents', quella della bottega del Cock.
Il disegno originale di Bruegel non è pervenuto; recentemente uno
studioso, il Wurtemberger, ha proposto di datare questa stampa al
1558; il Tolnay la ritiene invece di dieci anni posteriore. Il titolo che
è quello tradizionale, non rende giustizia ai Salvadanai di coccio, che
pure sono presenti sul campo di battaglia accanto ai Borsellini e alle
Casseforti, e vi compiono grande strage!
Si tratta, come chiariscono i versi latini e fiamminghi che accompa-
gnano l'immagine, di una satira delle forze che muovono (tutte) le
guerre: 'Mammona e omicidio, ora e sempre, sono una cosa sola e
indivisibile', commenta il Klein, e cita la limpida lettura del Barnouw:
'Tutte le guerre sono intraprese per avidità. Non sono i poveri a fa-
re le guerre, ma i ricchi che vogliono derubarsi a vicenda... Casse-
forti e barili pieni di ducati d'oro... Queste sono le forze che si scon-
trano su ogni campo di battaglia'.




Questo complesso contenuto è reso in forma d'immagine con una
trovata; Bruegel mette non i ricchi, ma le corrispettive masse di de-
naro a confrontarsi direttamente in campo; casseforti, borsellini e
salvadanai vengono rappresentati nell'atto di scontrarsi in una bat-
taglia paradossale, ma non per questo meno accanita, furibonda e
micidiale di quelle ingaggiate ordinariamente fra esseri umani.
La didascalia fiamminga, liberamente tradotta, dice:

DATECI DENTRO VOI BORSELLINI, SALVADANAI &
CASSEFORTI! TUTTI PER L'ORO E PER LE RICCHEZZE
VOI STATE COMBATTENDO IN SCHIERE. SE QUALCU-
NO LA RACCONTA DIVERSAMENTE, NON STA DICEN-
DO IL VERO; QUESTA E' LA CAUSA PER CUI CI BATTI-
AMO COME STIAMO FACENDO. ADESSO STANNO
CERCANDO IL MODO DI ABBATTERCI TUTTI QUANTI;
MA NON CI SAREBBERO DI TALI GUERRE, SE NON CI
FOSSE NIENTE DA RUBARE'.




Panciuti salvadanai di coccio, borsellini e casseforti, alcuni parzial-
mente umanizzati con teste, i più muniti di sole braccia e gambe u-
mane, si scontrano in una scena di battaglia che, per la vivacità del
movimento, l'irruenza degli assalti, la composizione come sempre
ricca di episodi, e tuttavia mirabilmente compatta e unitaria, non ha
nulla da invidiare alle più riuscite rappresentazioni 'serie' di battaglia,
nel cui genere costituisce anzi, sotto questi aspetti di resa dinamica
e di unitarietà, una impeccabile esercitazione.
Gli oggetti inanimati (ben visibili come marionette mosse nel teatro
dell'assurdo... dove tutte le verità del mondo sono sovvertite e ca-
povolte...) ingaggiano la battaglia per la sopraffazione, ad essi incon-
sueta, con grande naturalezza (come bravi e diligenti mercenari..).
In questo ricordano i loro magici predeccessori (ecco per l'appunto
una riproposta di un vecchio post...), gli oggetti animati che si affac-
ciano tra la fauna infernale nelle Tentazioni di Bosch; i quali pur im-
possibili, si rendono credibili e ancora più allucinanti per la disinvol-
tura con la quale portano a spasso le loro anatomie assurde compo-
ste di parti animali, vegetali, e di oggetti combinati insieme.




Uguale naturalezza sembra animare qui Salvadanai e Borsellini, con
la differenza che non si tratta questa volta di dare forma d'immagine
ai mostri inquietanti partoriti dalla mente, o alla realtà stessa che, sol-
levata dalle forze del male, muove all'assalto dell'asceta tentato, ma
solo di sostenere quello che non vuol essere se uno scherzo grafico,
un paradosso per immagini, senza alcun corrispettivo nella realtà di
ogni giorno.
La battaglia tra Borsellini e Salvadanai è all'ultimo sangue; aste, spa-
de, spadoni e scimitarre trapassano, sventrano: il combattimento ha
i connotati di una carneficina, i cui episodi sono resi bizzarri dalle ca-
ratteristiche non umane dei personaggi.
... Nonostante questo modo di 'straniare' gli orrori della guerra attra-
verso i protagonisti non umani sembri deviare un soggetto tanto tra-
gico verso i canali della bizzarria e dello scherno, ancora una volta
ci pare che Bruegel, attraverso il canale non 'serio' e non 'eroico'
della 'drollerie', riesca a farsi portavoce di una denuncia tragica e a-
mara circa la mortalità universale (la carne e lo spirito...).....

(Vizi Virtù e Follia nell'opera grafica di Bruegel il Vecchio)
















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