giuliano

mercoledì 28 gennaio 2015

I NOSTRI PRIMI SOGNI I NOSTRI PRIMI PENSIERI (9)




















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I nostri primi sogni i nostri primi pensieri (8)

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E assistiamo così a questo fatto singolare e cioè che, sull'aspetto preistorico della nostra terra, dominano due teorie completamente opposte: In Europa la teoria dei ponti, in America la teoria della permanenza dei fondi oceanici e delle aree continentali.
Ma quale è la verità?
In un dato tempo la terra non può avere avuto che un dato aspetto. Vi furono un tempo dei ponti di territorio oppure i continenti erano separati come oggi da estesi fondi oceanici?
E' impossibile non accettare l'ipotesi degli antichi collegamenti continentali se non si vuole rinunciare a comprendere lo sviluppo della vita sulla terra. Ma è ugualmente impossibile respingere le ragioni con le quali i sostenitori della dottrina della permanenza si rifiutano di ammettere l'esistenza dei continenti intermedi. Non resta allora che una possibilità: e cioè che nelle premesse date come intuitive si nasconda qualche errore. A questo punto si inserisce la teoria della deriva dei continenti. L'ipotesi, di per sé intuitiva, che sta alla base sia degli antichi collegamenti continentali, sia della dottrina della permanenza e cioè che la posizione relativa delle aree continentali le une rispetto alle altre non sia mai mutata, deve essere falsa. I continenti debbono aver subito uno spostamento. L'America meridionale deve essere stata vicino all'Africa e aver formato con questo un unico continente, che nel Cretaceo si scisse poi in due parti, le quali, come un masso di ghiaccio che si spacchi, nel corso di milioni di anni si allontanarono sempre più l'una dall'altra. I contorni di queste due masse sono ancora oggi di una concordanza sorprendente. Non solo la grande spaccatura ad angolo retto, che si nota sulla costa brasiliana presso il capo San Rocco, trova il suo corrispettivo nella spaccatura della costa africana presso il Camerun, ma anche al sud di questi due tratti ad ogni protuberanza della costa americana corrisponde una baia di uguale forma sulla costa africana; e viceversa ad ogni insenatura sulla costa brasiliana corrisponde una sporgenza sulla costa africana. Una misurazione col compasso dimostra poi che le due terre sono della stessa dimensione. Anche l'America del Nord un tempo era situata vicino all'Europa e formava con questa, per lo meno nella parte superiore, un unico territorio, che solo nel tardo Terziario, e al nord solo nel Quaternario, si scisse in corrispondenza della Groenlandia, dando origine a terre separate. L'Antartide, l'Australia e l'India peninsulare erano situate, sino all'inizio del Giurassico, presso il sud-Africa e formavano con questa e col sud-America un'unica area continentale, anche se in parte coperta dal mare superficiale la quale, nel corso del Giurassico, Cretaceo e Terziario, si scisse in più territori, che andarono fluitando in ogni direzione.



…. Anche in altre zone lo spostamento delle terre è in relazione con la formazione delle montagne. Nella traslazione verso ovest delle due Americhe, il loro margine occidentale, per la resistenza opposta dell’antichissimo fondo dell’oceano Pacifico, fortemente raffreddato, si corrugò formando la catena di montagne giganti che si estende dall’Alaska all’Antartide. Anche nel continente australiano, a cui va aggiunta la Nuova Guinea, ora separata da uno stretto, si trovano nella parte anteriore, nel senso del movimento, i monti della Nuova Guinea, di recente formazione. Prima del distacco dell’Antartide la direzione del movimento era diversa, l’attuale costa orientale costituiva allora la parte anteriore. In quel tempo i monti della Nuova Zelanda, che era situata dirimpetto a questa costa, si si sfaldarono e in seguito, cambiata la direzione della deriva, questa terra si staccò e restò indietro. A un tempo ancora più antico risalgono le attuali Cordigliere dell’Australia orientale; esse si formarono prima della sua separazione, contemporaneamente ai corrugamenti più antichi del sud e del nord-America che costituiscono le Precordigliere, in corrispondenza del contorno anteriore  della intera massa continentale in via di spostamento.
La separazione, ora accennata, della Nuova Zelanda dal continente australiano ci porta ad osservare questo fenomeno, che, nella migrazione verso ovest, terre di minore estensione restano indietro alle terre più estese: così nella parte del continente asiatico rivolta verso oriente si ha una separazione delle catene laterali: così le Piccole e le Grandi Antille rimangono indietro nel movimento delle terre dell’America centrale, come pure il cosiddetto arco delle Antille del sud tra la Terra del Fuoco e l’Antartide occidentale. Allo stesso fenomeno è da attribuirsi il fatto che tutte le terre appuntite nella parte meridionale mostrano un incurvamento di queste punte verso l’est, come la punta sud della Groenlandia, la Florida, la Terra del Fuoco, la Terra di Graham, o Ceylon in via di separazione dall’India.
Riuscirà facile notare che l’intera costruzione della teoria della deriva muove dall’ipotesi che i fondi marini e le aree continentali siano costituiti da materiali diversi, rappresentino cioè strati diversi della terra.  Lo strato più esterno rappresentato dall’area continentale non copre l’intera superficie della terra; i fondi marini invece rappresentano la superficie libera dello strato successivo, che si deve ritenere esista anche sotto la superficie delle aree continentali.
Questo è il lato geografico della teoria della deriva dei continenti.
Se prendiamo come punto di partenza questa teoria noi veniamo a soddisfare a tutti i postulati sia della teoria degli antichi collegamenti continentali che della dottrina della permanenza.
Si parla bensì ora di ponti continentali, ma non attraverso i continenti intermedi più tardi sprofondati, ma come collegamento delle terre ora separate…

(Alfred Wegener, La formazione dei continenti e degli oceani)

(Fotografie di M. Schlegel)

(Prosegue...)















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