giuliano

venerdì 27 febbraio 2015

IL RUOLO DELL'INTELLETTUALE: il Divino Intelletto (11)










































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Il ruolo dell'Intellettuale: il Divino Intelletto (10)

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…. Valentino e la sua scuola rappresentano il culmine di ciò che abbiamo chiamato in questo studio, in mancanza di un termine migliore, il tipo siro-egiziano (con manifestazioni e reminiscenze orientali) di speculazione gnostica. Il principio distintivo di codesto tipo è il tentativo di porre l’origine delle tenebre e quindi della frattura dualistica dell’essere all’interno della Divinità stessa, e quindi di sviluppare la tragedia Divina, la necessità di salvezza che ne deriva, e la dinamica di questa stessa salvezza, come una sequenza di eventi all’interno del Divino. Inteso in senso radicale, questo principio fa sorgere il compito di derivare non soltanto fatti spirituali quali la passione, l’ignoranza, la malvagità, ma la natura stessa della ‘materia’, in contrasto con lo Spirito (e quindi con l’Intelletto da questo motivato), da una sorgente spirituale primitiva: la sua esistenza stessa va spiegata in termini di Storia Divina; e ciò significa in termini ‘mentali’, e, in considerazione della natura del prodotto finale, più particolarmente in termini di errore e fallimento Divino.




In tal modo, la ‘materia’ apparirebbe una funzione piuttosto che una sostanza in se stessa, uno stato o ‘affezione’ dell’essere assoluto, e l’espressione esterna solidificata di quello stato: la sua esteriorità stabile in realtà non è altro che un prodotto residuo di un ‘movimento’ deteriorante di ‘introversione’, che rappresenta e stabilizza il livello più basso della definizione dell’assoluto da se stesso. Ora, a parte l’interesse teoretico, il significato religioso di tale compito speculativo sta nel fatto che, in questo sistema ‘conoscenza’ e il suo opposto ‘ignoranza’ sono situati in una posizione ontologica di prim’ordine: entrambi sono principi di esistenza totale e oggettiva, non semplicemente di esperienza privata e soggettiva (ma sottolineiamo in questo passo, che la civiltà si fonda sulla conoscenza - anche se asserve e persegue il suo opposto, - la democrazia fonda i suoi principi sulla successiva evoluzione di questo principio scritto nella ragione e l’Intelletto, il suo opposto, una società asservita alla dittatura, consolida principi opposti, motivandoli  legittimandoli e giustificandoli (principi di ‘materia’) nella sua spirale evolutiva, là dove il suo codice genetico, come più volte espresso, nelle false motivazioni evolutive con tutti i presunti traguardi raggiunti, rappresenta in realtà il suo opposto. Mi pare valida rappresentazione teatrale nella ‘Grande Notizia’ di questi giorni, l’inglese fondamentalista laureato in informatica ed asservito ad opposti principi, il fondamento evolutivo del nuovo messaggio mediatico di conoscenza trasmigra nel suo opposto che si evolve in un mostro dalle molte facce che asserve motivi che non hanno nulla nell’Intelletto e nella Conoscenza, ma progrediscono e regrediscono al puro Medioevo… La società evoluta si specchia e guarda attraverso l’informatico che parla attraverso i suoi strumenti di un nuovo ed imminente medioevo, adoperando tutti i mezzi di cui necessita per lo scopo contrario alla ragione.).




L’ ‘ignoranza’, anziché essere, come è in genere nel pensiero gnostico, un risultato dell’immersione Divina nel basso mondo, qui essa è piuttosto la causa prima dell’esistenza stessa del basso mondo, il suo principio originante come pure la sostanza permanente: per quanto numerosi possano essere gli stadi intermedi attraverso cui la materia, questo stadio in apparenza ultimo, è collegata con l’unica sorgente suprema, nella sua essenza non è altro che la forma oscurata ed estraniata da sé di ciò con cui essa sembra essere in opposizione – ‘proprio come ignoranza’, suo principio sottostante, ‘è la materia oscurata del suo opposto, la conoscenza’.  
Perché la conoscenza è la condizione originaria dell’Assoluto, il fatto primordiale, e l’ignoranza non ne è soltanto l’assenza in un soggetto senza connessione con la conoscenza (di cui estrapola poche e confuse frammentate ‘parole’ iscritte in quel PENITENZIAGITE, chiave di lettura della falsa pratica Eretica evolutiva dei nostri giorni… di cui gli strumenti litici attestano una falsa certificazione di conoscenza e probabile condizione economica nella breve durata della loro sostanza), ma è una perturbazione che ha colpito una parte dell’Assoluto, che proviene da motivi suoi propri e sfocia in una condizione negativa ancora collegata a quella originaria di conoscenza in quanto rappresenta la mancanza o pervertimento di essa….




… Ma se è questa la funzione ontologica dell’ ‘ignoranza’, allora anche la ‘conoscenza’ assume uno stato ontologico che va molto oltre la semplice importanza morale e psicologica che le viene attribuita; e la pretesa di redenzione avanzata in virtù di essa in ogni religione gnostica, riceve qui un fondamento metafisico nella dottrina dell’esistenza totale che la fa divenire, in modo convincente, il solo e sufficiente veicolo di salvezza, e questa salvezza stessa in ogni anima diviene un ‘evento cosmico’.
Questa è la grande ‘equazione pneumatica’ del pensiero valentiniano (evoluzione del….): l’evento umano individuale della Conoscenza pneumatica è l’universo equivalente dell’evento precosmico universale dell’ignoranza Divina, e nel suo effetto redentivo è dello stesso ordine ontologico.

(E. Dodds, I greci e l'irrazionale; W. Shakespeare, Macbeth; H. Jonas, Lo Gnosticismo; G. Lazzari commenti in aperta e chiusa parentesi aggiuntivi al testo...)

















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