giuliano

martedì 8 dicembre 2015

CARL SAGAN (& l'infinito inverno nucleare) (2)








































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MADRE MIA QUEL CHE TI PIACE MI CONTENTA

 PUR CH’EL PECCATOR DAL MALFAR SI PENTA


Nell’Anno 1399 del Mese di Agosto, giorno di Domenica doppo il Vespro, Essendo in una carta antica sculpita l’Immagine della Gloriosa Vergine Maria in casa di un certo Huomo chiamato Luciardo abitatore della Terra di Portouenere e detta carta era tanto oscura per la sua antichità che niente si uedeua perciò da lui era poco e niente stimata, hora questo Luciardo hauendo fornito di fare la sua oratione e processione che era solito di fare in abito bianco era ancora digiuno ingenecchiato dinanti ad un’altra Immagine della Madonna quale esso teneua dinanzi a quella Immagine antica, & lui orando pregaua il grande Iddio che si uolesse degnare di operare qualche miracolo in questa Terra occioché l’habitanti d’essa quali per loro catiua disposizione niente temevano l’ira di Dio, si convertissero del mal operare & ecco che perseurando in questa Oratione per sorte rivoltando la faccia uerso la banda sinistra della Casa, vidde mirabilmente l’Immagine della Beata Vergine Maria qual era scolpita in quella carta antica essere attaccata al muro con un chiodo non apparendo detta Immagine di che colore si fosse per la sua antichità, vidde ancora miracolosamente quella Immagine dipingersi e ripigliar colori bianchi e celesti e di più vidde la mano sinistra con la quale regeua il suo Figliolo e Signor Nostro Giesù Cristo le urla di sotto, e congiungerla con la mano dritta & orando pregaua il suo Figliolo per li peccatori, la qual mano persino al giorno d’oggi così tiene. All’ora subitamente apparse nelle mani del suo Figliuolo Giesù Cristo un Breue scritto nel quale si conteneauano le seguenti parole Madre mia quel che ti piace mi contenta, Pur ch’el peccator dal malfar si penta. Il qual miracolo vedendo il detto Luciardo tutto sbigottito e stupefatto chiamoò tutti lì vicini à vedere un tanto miracolo & vi venne vna grande moltitudine di uomini e donne della Terra, e molti forestieri quali erano in essa di passaggio, quali vedendo tale e tanto miracolo insieme con quelli della Terra cominciarono a gridare misericordia e pace, atteso che vedevano che la faccia della Beata Vergine Maria insieme con quella del suo Figliolo Giesù Cristo Signor Nostro sempre apparia di maggior chiarezza e bianchezza doue prima era tanto oscura che niente si vedeva; era ancora dipinto nella detta carta Santo Christofaro dalla parte destra della Beata Vergine Maria e Santo Antonio dalla sinistra, la quale per sua antichità non si potevano vedere, non di meno in presenza del Sriuano e di tutto il Popolo miracolosamente diuentorono chiari e splendidi a tale che tutto il Popolo restaua stupefatto gridando sempre misericordia e pace. Era ora di Compieta quando cominciò detto miracolo & erano già passate le cinque ore della notte che non era ancora fornito, venendoui di continuo per tutta la notte molti uomini e donne della Terra et anco molti forestieri in Casa di detto Luciardo & videro circa la mezza notte mirabilmente quella Immagine dipingersi senza essere da nessuno mossa o tocca dal luogo doue era attaccata e così stette persino che fù passata la notte. Venuto il giorno il Popolo della Terra e molti altri forestieri insieme con il Rettore della Chiesa di Santo Lorenzo e di Santo Pietro con tutti quelli Sacerdoti facendo processione con grandissima divotione, sonando le Campane, andorono à pigliar detta Immagine alla detta Casa, portandola processionalmente per tutta la Terra nella Chiesa di Santo Lorenzo, nella quale Chiesa insino al giorno presente giace in vna Cappella di marmoro bianco in mezzo dell’Altare come si vede in sino al giorno d’hoggi; e poi che detta Immagine fu portata in Chiesa fece di molti miracoli in presenza di tutto il Popolo li quali miracoli saranno qui sotto scritti. Ma prima saranno scritti li testimoni quali furono presenti a tutti l’infrascritti miracoli e prima di tutti il Rettore della Chiesa Messere Prete Giacomo di Moneglia, Geronimo di Marino di Portouenere, Gasparino di Rimatore, Nicolò Muzo…




…Anche allorché è stata chiamata ed esplicarsi in materia di miracoli, santi e reliquie, la funzione notarile non ha cessato di assolvere il suo compito di assicurare e di dissipare il dubbio…
Certo, non si tratta qui di rapporti interpersonali, non c’è di mezzo un diritto di proprietà, un’eredità o comunque un qualche interesse di carattere patrimoniale. Qui siamo di fronte ad avvenimenti straordinari e prodigiosi che coinvolgono più che altro la sfera emotiva delle persone, ma ancora una volta la gente sente il bisogno di fare affidamento su di una testimonianza imparziale e sicura, su documenti certi e degni di fede. In questa delicatissima materia, il dubbio circa le modalità di un determinato accadimento potrebbero dissolvere radicalmente ogni tipo di devozione. Come potrebbe il fedele abbandonarsi fiducioso a manifestazioni di pietà, se in cuor suo continuasse ad albergare qualche forma di dubbio sul reale accadimento dell’evento soprannaturale?
E d’altra parte come potrebbe permettere la Chiesa codeste manifestazioni di devozione senza aver dissipato ogni incertezza e smascheramento le eventuali frodi e le superstizioni?
A questo punto, viene spontaneo chiedersi se l’atto notarile sia davvero capace di far conseguire, in queste materie, tali certezze assolute. A giudicare da ciò che le cronache ci hanno tramandato parrebbe di sì, tanta è la ‘fides’ di cui ha goduto nei secoli il notariato. E in effetti la terzietà che denota da sempre la figura del notaio, lo ha reso affidabile in sommo grado agli occhi dei fedeli. Parliamo dei fedeli perché sono loro i veri destinatari del miracolo, gli unici in grado di apprezzarne il messaggio, i soli che ne possono trarre alimento spirituale. Se è vero, come ha recentemente osservato Massimo Cacciari che ‘la filosofia seria deve restare aperta alla possibilità del miracolo, poiché se non lo facesse cadrebbe nel peccato mortale del dogmatismo’, è innegabile che chi è lontano dalla fede, non si può arrendere neppure di fronte alla prova privilegiata di un atto notarile. Del resto è evidente che il notaio tutt’al più potrà dissipare ogni dubbio circa determinati fatti concreti, ma nulla potrà circa il significato e il valore soprannaturale degli stessi: potrà attestare di aver visto lacrimare una statua, ma nulla potrà dire circa la miracolosità di quel dato di fatto…(*)




(*) (…apriamo breve parentesi o asterisco nel paradossale credo filosofico enunciato, giacché fra breve, dopo una più certa e sicura verità circa la genesi stratigrafica genetica o solo archeologica/antropologia della ‘Madonna Bianca’, daremo voce allo stesso principio paradossale in-scritto nella storia per riprendere l’antico conflitto fra paganesimo e  cristianesimo, senza nulla togliere all’ateo o al credente, sia esso di principio filosofico cristiano o ateo convinto, per evidenziare paradossale motivo circa le distanze della Storia e la Memoria tracciata, e/o, troppo spesso persa negli avversi e ‘dogmatici fondamentalismi’, giacché osservare ammirare  la ‘superficie’ della ‘Terra abitata’  e dimenticare la zolla stratificata in milioni di ère evoluta, è peccato e mancanza, avversi alla ‘Grande Madre’ pregata venerata dipinta scolpita dall’alba dei tempi e non l’alba di una sola mattina… all’anno zero del calendario della Storia dimenticata o forse solo poco studiata: ‘fra Diego scusa la Rima… Purché il pecator del malfar si penta’…).



Il Formentini (‘I divini abitatori del golfo della Spezia, Sarzana 1969) ha tentato di approfondire l’analisi, giungendo ad una ricostruzione a dire il vero assai suggestiva e fors’anche vera. La sua idea e studio prende spunto dalla devozione popolare che asserisce esser diffusa in Liguria sin dall’antichità, verso una mitologica dèa, regina dei mari, domatrice di tempeste e protettrice dei naviganti. Ossia la bianca dèa designata con il duplice nome di ‘Ino-Leukothéa che nel canto quinto dell’Odissea, con il magico suo velo bianco, trae in salvo Ulisse in procinto di annegare. Il Formentini ha sottolineato che l’appellativo di ‘Madonna Bianca’ debba intendersi semplicemente come traduzione letterale del nome Leuckothéa. Il vero ‘miracolo’, secondo la sua tesi, consisterebbe nel fatto che l’antica dèa, affidata soltanto ai ricordi dei marinai portoveneresi e decaduta o degradata dal tempo e conseguente Memoria storica al ruolo di genio o dèmone marino, sarebbe salita alla gloria degli altari, sotto le sembianze di ‘Madonna Bianca’ per riprendere il millenario suo compito di tutrice della navigazione…
(Notai, Miracoli e culto dei santi; a cura di R. Michetti)





                      ESORTAZIONE AI GRECI


Il padre della Chiesa Clemente Alessandrino, nel ‘Protreptikos Hellenas’, scritto intorno al 190, rifiutò le credenze pagane con parole che oggi potrebbero sembrare un po’ ironiche:

Siamo molto lontani dal permettere a uomini adulti di ascoltare tali favole. Persino ai nostri bambini, quando piangono disperati, non abbiamo l’abitudine di raccontare storie favolose per calmarli.

Al nostro tempo noi siamo meno severi.(*) 

(*) (a proposito di severità rinnovo a codesto evento una ‘Favola dal Natale’ antica ed anche un po’ pagana il qual ingegno dalla musa o elemento.... 













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