giuliano

sabato 17 giugno 2017

BREVI RIFLESSIONI (30)


































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Differenza fra Eretici e ciarlatani (29/1)
















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Il Sacro & Sacra Natura (31)













Non sono mai riuscito a saziarmi della contemplazione delle meraviglie appartenenti alla Natura: il flusso ed il deflusso del mare, l’ingrossarsi del Nilo, il volgersi dell’ago verso nord, e mi sono perciò studiato di trovare il loro corrispondente e parallelo nelle più evidenti e trascurate opere della Natura; e questo quanto posso fare, senza spingermi oltre, osservando la cosmografia del mio stesso io; portiamo dentro di noi quelle meraviglie che cerchiamo al di fuori: vi è tutto un Continente con i suoi prodigi: noi siamo quell’audace ed avventurosa opera della Natura, da cui chi la studia saggiamente apprende quello per cui altri si affaticano esaminando le diverse parti di un trattato e un volume senza fine.




Sono due così i libri da cui ricavo la mia teologia; accanto a quello scritto da Dio, un altro della sua serva Natura, che è il manoscritto pubblico e universale aperto agli occhi di tutti; coloro che non lo videro mai nell’uno, l’hanno scoperto nell’altro: fu questa la Sacra Scrittura e la teologia dei pagani; il corso naturale del Sole portò costoro a tributargli una maggior ammirazione di quanta la sua posizione soprannaturale ne ottenne dai figli di Israele; gli effetti ordinari della Natura destarono un maggiore entusiasmo negli uni, che tutti i suoi miracoli negli altri; indubbiamente i pagani erano più capaci di leggere quelle mistiche lettere, di quanto lo siano i cristiani, che vogliono uno sguardo attento a questi comuni geroglifici, e non ci degniamo di succhiare la teologia dai fiori della Natura. Né io dimentico a tal punto Dio, da adorare il nome della Natura; che non è da me definita, con le Scuole, come il principio del moto e del riposo, ma come quella linea dritta e regolare, quel corso determinato e costante con cui la sapienza di Dio ha disposto le azioni delle sue creature, a seconda delle loro diverse specie.




…Io ritengo che vi sia una bellezza generale in tutte le opere di Dio, e che non esista quindi deformità nelle creature di qualsiasi genere e specie; e non esiste, quindi, deformità se non nella mostruosità, in cui pur nondimeno esiste una specie di bellezza, escogitando la Natura con tanta ingegnosità quelle parti irregolari, da renderle talvolta più notevoli della struttura principale. Per esprimermi ancora più esattamente, non vi mai nulla di brutto e deforme, eccettuato il caos; in cui pur tuttavia, a voler esser precisi, non ci fu deformità, non esistendo allora la forma e non essendo stato ancora impregnato dalla voce di Dio.
Ora, la Natura, non è in dissidio con l’arte, né l’arte con la Natura, essendo entrambe al servizio della sua provvidenza. L’arte è il perfezionamento della Natura: se il mondo fosse ora come lo era il sesto giorno, ci sarebbe ancora un caos: la Natura ha fatto un mondo e l’arte ne ha fatto un altro. In breve, le cose sono tutte artificiali, poiché la Natura è l’arte di Dio.




Più amo e prego la Natura e più di concerto scopro e ora vi confesso che nelle Scritture ci sono storie che certamente superano le favole dei poeti, e che ad un lettore cavilloso fanno lo stesso effetto di Gargantua o di Bevis: che si esaminino, infatti, le leggende tutte dei tempi passati e i concetti favolosi di questi presenti, e sarà difficile trovarne uno che meriti di far da scudiere a Sansone; pure tutto questo è facilmente possibile, se concepiamo un concorso divino o un influsso che semplicemente derivi dal mignolo dell’Onnipotente.




E’ impossibile che alla debolezza della nostra comprensione non debbano manifestarsi irregolarità, contraddizioni e antinomie, nel discorrere dell’uomo o nell’infallibile voce di Dio: potrei io stesso mostrare un elenco di dubbi che, a quanto mi risulta, non sono stati finora immaginati o sollevati da alcuno, e che non sono risolti al loro primo presentarsi, non essendo quesiti stravaganti e nemmeno obiezioni campate in aria: poiché non posso sentir parlare di atomi in teologia. Posso leggere la storia della colomba che fu mandata fuori dall’arca e mai ritornò, senza tuttavia domandarmi come ritrovasse il compagno che non l’aveva seguita; che Lazzaro fu resuscitato dalla tomba, senza tuttavia chiedere dove se ne stesse in attesa la sua anima nel frattempo; o senza sollevare una questione giuridica per stabilire se il suo erede potesse legittimamente trattenere l’eredità assegnategli dalla sua morte, e se egli, benché richiamato in vita, non potesse più accampare alcun diritto a quanto gli era appartenuto.




Non discuto la possibilità che Eva fosse ricavata dal lato sinistro di Adamo, poiché non so ancora con certezza quale sia il lato destro dell’uomo, o se esista una tale distinzione nella Natura; credo che sia stata fatta dalla costola di Adamo, pure non sollevo una questione sul chi dovrà sorgere con quella costola alla resurrezione; o sulla possibilità che Adamo fosse ermafrodito, come sostengono i rabbini interpretando alla lettera il testo, poiché è cosa affatto contraria alla ragione che dovesse esistere un ermafrodito prima che esistesse una donna, o una composizione di due nature prima che ne fosse composta una seconda.  




Allo stesso modo, se il mondo sia stato creato in autunno, estate, o primavera; poiché fu creato in tutti; poiché qualsiasi segno abbia il sole, quelle quattro stagioni sono di fatto esistenti: è della Natura di questo luminare distinguere le diverse stagioni dell’anno, e ciò è quanto esso fa contemporaneamente sull’intera Terra, ed in successione nelle varie parti di questa.
Vi è un mucchio di sottigliezze, non solo in filosofia, ma nella teologia, indicate e discusse da uomini ritenuti eccezionalmente capaci, che non sono in verità degne delle nostre ore libere, e ancor meno dei nostri studi… più seri…  
  
(T. Browne, Religio Medici)


















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