giuliano

martedì 27 giugno 2017

OTTO (38)





















































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Nel bosco di aceri e tigli sotto il campo di osservazione dei panda, il vecchio botanico arrivato con me ha scoperto una quercia gigante alta più di quaranta metri, unico vegetale rimasto dall’era della glaciazione, un milione di anni fa.
Sollevando il capo, sui rami spogli si scorgono minuscole foglioline nuove. Nel tronco c’è una grossa cavità, potrebbe essere la tana di un orso. Mi spinge a entrare per dare un’occhiata. Dice di non temere, non c’è pericolo, perché gli orsi si rifugiano nelle tane solo d’inverno. E’ tutta coperta di muschio. Anche l’esterno dell’albero rivestito di un verde tappeto vellutato e le radici nodose e aggrovigliate s’insinuano tra le piante e tra gli arbusti tutt’intorno.

‘Giovanotto, questo è l’ambiente primordiale’ dice picchiettando contro il tronco della quercia con un piccone che porta sempre con sé quando sale in montagna.
Chiama tutti ‘giovanotti’. Deve avere circa sessant’anni ma è in gran forma, e con il piccone come bastone da appoggio scorrazza ancora per i monti.
‘Hanno abbattuto tutti gli alberi pregiati per farne legname, e se il tronco della quercia non fosse cavo, anch’essa sarebbe andata da un pezzo. Questa non è più una vera foresta vergine’ dice, tirando un gran sospiro. ‘Nel migliore dei casi è semivergine’.
E’ venuto a raccogliere campioni di bambù-freccia, la varietà di cui si nutrono i panda. Mi inoltro insieme a lui nel bosco. I bambù, alti un paio di metri, sono tutti secchi, non ne troviamo uno vivo. Mi spiega che il ciclo del bambù-freccia da quando fiorisce, germoglia, fa i semi, secca, rifiorisce e germoglia di nuovo, dura in tutto sessant’anni, come il ciclo del samsara nel buddhismo.

Un disastro!

‘L’uomo segue le leggi della Terra, la Terra segue le leggi del cielo, il cielo segue le leggi del Tao, il Tao segue le leggi della Natura’, recita ad alta voce, ‘non bisogna stravolgere l’intima essenza della Natura, non bisogna forzare il corso naturale delle cose’.

‘Allora che senso ha salvare i panda?’, domando!

‘E’ un simbolo, una sorta di consolazione. L’uomo non ha bisogno di illudersi, da un lato tenta di salvare una specie che ha perso ogni capacità di sopravvivenza, dall’altro distrugge l’ambiente vitale per la sua sussistenza. Come il fiume Min che hai appena risalito: i boschi lungo le rive sono stati completamente distrutti, e il fiume è diventato un rivolo di fango nero. Per non parlare del Fiume Azzurro. Vogliono sbarrarlo alle Tre Gole per costruire una diga gigantesca! E’ molto romantico avere progetti fantasiosi. Nel corso dei secoli si sono verificati numerosi cedimenti nelle faglie geologiche della regione, costruire una diga non solo distruggerebbe l’equilibrio ambientale dell’intero bacino del fiume, ma provocherebbe movimenti tellurici di tale portata da trasformare in tartarughe milioni e milioni di abitanti del suo corso medio-basso! Naturalmente nessuno darà mai retta a un povero vecchio come me. L’uomo saccheggia, ma un giorno la Natura si vendicherà!’.

Continuiamo ad attraversare il bosco, circondati da felci che arrivano alla vita, con grandi foglie affusolate simili ad enormi imbuti. Le foglie del rizoma sono di un verde più scuro e tutt’intorno l’atmosfera è satura di umidità.

‘Ci sono serpenti tra le piante?’, mi viene spontaneo domandare.
‘Non è ancora la stagione. Diventano molto pericolosi all’inizio dell’estate, ai primi caldi’.
‘E bestie feroci?’.
‘Bisogna avere paura dell’uomo, non degli animali!’.


















   

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