giuliano

domenica 22 aprile 2018

...E SIAMO… STRAORDINARIAMENTE ... E ASSOLUTAMENTE… NOI… (19)



















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Da Castle Garden all'Impero (18/1)

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Breve Pensiero alla 'Parabola' offerto (20)













…Viaggeremo a bordo di un veicolo a motore elettrico di provenienza locale che abbiamo noleggiato…

Ancora nel viale di fronte a uno stupefatto Mr Beech, Brooks continuò a pontificare mentre lo chauffeur in uniforme aiutava i due Henry, Del e Caroline a salire sull’alta vettura a motore…

‘La guerra è una condizione naturale dell’uomo. Ma per quale scopo? Per l’energia…’…

‘Oh, per l’energia!’,

gridò contemporaneamente Henry Adams, mentre la sgraziata vettura elettrica, guidata dallo chauffeur in uniforme, avanzava lungo il parco, con ulteriore stupore di Mr Beech – e del cervo… Sui sedili posteriori Caroline e Adams si trovavano faccia a faccia con Del e Henry James.

‘Non ho mai sentito parlare Brooks parlare con un tono di voce tanto appassionato e, mi sia concesso, abbondante’

Henry James fece quel suo sorriso malizioso che Caroline aveva finito per trovare affascinante; per quanto lei poteva vedere James, sebbene non gli sfuggisse niente, non sembrava mai lanciare giudizi nei confronti di qualcuno…

‘Mi esaurisce’,

sospirò Adams.

‘E’ un genio, quello che lavora. Così lui finisce per … estrarmi, come oro o, per meglio dire, piombo da una miniera. Vedi dispongo di un gran quantità di teorie nebulose che lui fa diventare leggi ferree’…

‘Ma ci sono veramente leggi che governano il corso della Storia?’,

…chiese Del con curiosità improvvisa…




…E allora lor signori così come fu ed è nell’Eretico Viaggio con cui (con)divido cotal sofferto cammino in medesima macchina ‘incamminato’, mi sia concesso breve intervento lungo ugual passo accompagnato dalla vostra illustrissima artificiale artificiosa meccanica consistenza nutrita or ora da una scintilla mare nero donde ogni ricchezza di questa Terra così attraversata inseguita e corsa… Sicuramente non gradito l’intervento di chi non meglio e specificatamente Titolato al pari vostro, però rimembro ai cari signori assisi nel perenne viaggio fermo della Vita giacché meditate l’Impero, mentre  indistintamente operate sul singolo Elemento, perciò non abbiate paura sono uno di loro, una volta avevo un trono indistintamente diviso come un Giano Bifronte fra una grande Terra e medesima Speranza discesa in Terra… Ma qual Invisibile Elemento debbo prender atto della Parola mai recitata solo rinata… Dunque, essendo solo quello tratto nel vostro dispendioso e prezioso Tempo, urge il vento che lieve smuove le nobili vostre criniere… il finestrino è rimasto aperto, e quel che vedete o ammirate lungo il cammino solo la sostanza dell’Invisibile porre dubbio… Certo potete evitare codesto spiffero di vento, ma chi dopo di voi viaggerà per medesimo Sentiero il piffero diverrà trombone turbine e tempesta, non temete sono solo i rigori della velocità che così meditate dal trono di ogni dubbioso pensiero divenire, come dicevo, fastidioso Elemento penetrare nel piatto mare di codesto Oceano… Ecco! Qual Elemento vi narravo le Stagioni della vita mutate per ogni vostra teoria, mentre vi alternate compiaciuti alla carrozza e da questa sino all’elettrico movimento e poi ancora, tornare d’un sol colpo (a scoppio) al carbone dell’antica miniera forziere di cotal magnifico principio (fine di ogni èra), ma anche oggetto della disquisizione ragione del mio intervento…





Mi scusi signora; i capelli si sono un pochino smossi non vorrei rovinarle la nobile criniera taglio alla moda… Il popolo non l’acclamerebbe come la più bella… della Favola diletto di ogni fanciullo per ugual finestrino…

…Allora, come poco fa dicevo, mi sia concessa Invisibile Parola (anche se tutto pensate vedere scomporre e prevedere) in questo Dialogo cui traggo ispirazione circa il vero Principio della Vita, giacché intervengo anche se non certo gradito (come ogni soffio di vento poi bufera da medesima Rosa….), sono, come vi dicevo, un Invisibile Spirito entrato nella biblioteca dell’immenso sapere, ove se pur celebrata la nascita dell’Impero, ci deve esser consentito medesimo distinto Pensiero, il nostro si divise nel momento in cui il Sogno si infranse su dei barbari e ugual istinto di conquista, ed un Uomo sceso in Terra qual Profeta fondare nuova ed antica Regola… Fu, se non erro, ucciso in Primavera e nella stessa risorgere per ogni Secolo da quando, cioè, codesto fastidioso vento scompigliare la fiera capigliatura, qual Elemento lo rimembro al vostro immane ingegno mentre lo scorgiamo per ogni prato fiorito (divenuto nostro comune martirio) verde rinato da un sonno di ghiaccio; verde ove la Sua luce risplende trasformando in oro quanto il vostro impareggiabile argomento, e di cui, se pur vedete e disponete, ciechi di fronte alla vera ricchezza… Ebbene illustrissimi signori (non inforchi gli occhiali sembra ed appare più cieco di pria… è solo il Sole della Vita…) non visto medito quel valore che oscilla ondeggia indietreggia scende sale ed arrampica sino alla cima, che, né castello né grattacielo è ed era… Ogni tanto si riposa per ciò che nominate Arte donde derivata la Poesia della Vita…., ebbene, pur questa Prima Parola aver ornato con magnificenza la grande Economia…, avete frainteso il senso di tutto l’equilibrio ragione di medesima economica materia con cui condividete ogni guerra, così se pur ogni dimora gode i favori di codesta divina Parola…., le stagioni della Vita che andate così egregiamente apostrofando e sentenziando stanno mutando la fiera chioma ove cinta l’eterno elmo, le Stagioni della vita… Dicevo…, mutate indistintamente e con esse la vera e prima economia (giacché traete elemento dalla terra pur la saggezza dell’Universo disceso da un più alto e nobile Universo), principio su cui muovete l’arte dell’inutile parola…. 





Così, se prima erano Quattro Dee poi un Profeta, in nome e per conto dello stesso Universo rinato in Terra, ora ne possiamo dedurre e calcolare con ugual impareggiabile scienza economica… solo Due, il cui numero fu anche caro a Giamblico sia filosofo che passo da Poeta, non meno del Figlio e il suo Dio, e le rimanenti in opposta apparente guerra, rifondare la Parola da voi solo voi così magnificamente interpretata (se lo spartito non fosse del tutto diverso….): ossia applicando arguto economico monologo, se al principio fu Arte di un Dio ritrarre se stesso, ora insano paradossale conflitto di alterna èra: il freddo più cupo e l’infernale prometeico fuoco con cui qualche poeta ne trasse materia quando vagò per medesimo Sentiero giacché la via smarrita…. Inverno! Freddo senza clemenza alcuna come una steppa ferma nell’incuria privata del frutto del dovuto tempo…. Ed un fuoco qual caldo soffocante, donde, se pur, almeno così dicono, nascere la vita la parola e la ricchezza ragione dell’illuminato dialogo da cui l’inatteso intervento qual lieve spiffero di vento da un finestrino lasciato distrattamente aperto… Forse, solo per godere di un po’ di frescura che la velocità assicura per ogni nuova ed antica avventura… In verità e per il vero, dal fuoco opposto al gelo nascere diverso elemento che se pur da quello rimembrarne l’economico principio, in verità soffocato da solfurea nebbia che dallo stesso deriva… Gli elementi in principio furono quattro, anzi e fors’anche, ancor di più di quanto filosoficamente numerato cogitato in codesto sofferto ‘secondo’ opposti alternarsi nel sisma violento di cui l’attuale condizione così come interpreta la nuova vita…. E mi scusino loro illustrissimi signori giacché medito questo Eretico sofferto Pensiero a loro poco gradito, anch’io ho perso la retta via tutte le volte che vedo un Profeta inchiodato al legno della nuova Stagione del vostro nobile cammino… perdere d’improvviso l’oro della chioma all’inizio del Tempo come una Primavera lieve perire nel fuoco di uno strano Inferno…




…L’atmosfera, per tutto quell’episodio, si mescolò indissolubilmente all’insieme della mia impressione; senza dimenticare, ad esempio, il modo in cui ‘la condizione delle strade’ e l’aggressione dell’Aria intorbidita sembravano fare tutt’uno con l’aspetto, il trambusto, la qualità e la patina dell’insieme, la collaudata, abituale monotonia della folla e di tutto l’inutile rumore che da essa deriva sino a raggiungere il caos e non certo la vita…
(James & uno strano Invisibile Elemento)                

 


















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