giuliano

domenica 6 maggio 2018

UN UNIVERSO NEL MULTIVERSO ovvero: come svelarne (e fuggirne) il Senso così malrappresentato…. (27)




















Precedenti capitoli:

Noi siamo i morti! (25)

 Voi siete i morti! (26)

Prosegue in:

Geografia cosmologica (28)













…Cioè per proseguire il composto e complesso Titolo che arricchisce nella difficile trama del Sapere un argomento che per gli ortodossi addetti ai lavori, per intenderci, il verso e senso, parrebbe una condizione da pazzi, giacché avvezzi a non considerare un probabile ‘multiverso’ nella matafisica trasceso, figuriamoci smontare da una ‘macchina’ così ben organizzata per salire su una carrozza altrettanto ben pensata… Eppure la macchina del Tempo come nel Post precedente, una probabile e conseguibile traguardo dell’uomo, tralascio per ora come il Greene ne tratta ampliamente, scadendo o elevandosi quantunque, e fors’anche, entrando a pieno titolo a ruolo incompreso di ‘veggente’.

…Così come ben vedete, se pur sembra regnare una strana confusione fra il precedentemente detto e il presente riproposto, dirò ed offrirò a qualsiasi Winston che fugge dal proprio Secolo 1984 un motivo in più del libro da lui letto…

…E che ognuno può leggere… nel proprio Universo e ‘multiverso’ contemplato…

…E signori!

Voi che “lavorate” ogni retto e metafisico ingegno come il Grande Fratello insegna - con i sensi e le orecchie occultate da strane nacchere ed un filo collegate - intendete bene la soluzione finale la quale ben prevedete ed asservite quale Rogo per l’Universale Sapere, giammai racchiuso nel piccolo guscio della materia ma fuoriuscito per svelarne l’arcano mistero…

…Per tutti gli altri, invece,  esiste solo il grado posto alla futura  temperatura del 451 la quale regnerà incontrata sopra ed entro questa Terra ove ogni dubbio e con lui il vero senso, quantunque da medesimo Dio raccolto, tornare cenere per il solo diletto della elettrica ed astuta formicuzza, la quale incontrai nella mia ultima “Roussuniana passeggiata” quando d’improvviso vidi di fronte a me un Universo invisibile per colui che corre di fretta con medesima scusa della natura, pur da quella rubandone il vero ed arcano principio e mistero ugualmente condiviso…

…Era, amici miei, un piccolo verme attorcigliato all’invisibile suo filo il quale da un albero pendeva per qualche metro dal terreno, lo osservai così come dovrebbe uno scienziato, poi ho proseguito il meditato cammino…

…Verso il traguardo alla modesta carrozza con cui accompagnato et anco trasportato (il tele lo abdichiamo a bel altre trame) e  con la quale combatto questo tempo a voi nemico, alle spalle fui colto da un urgenza con il fiero aspetto mascherato da velocipedista, talché la fedele mia compagna o se preferite fidata Natura, lanciarsi furibonda qual lupo inferocito verso il drago intravisto e ben fiutato lungo… ugual  tragitto: sapete, lei è molto più vigile e attenta, io sicuramente distratto spesso mirare Universi a molti sconosciuti…

…L’intrepido sportivo impaurito e in qualtempo agguerrito mi rimprovera (pur non professando parola) in nome della società da lui pedalata e così egregiamente rappresentata (quando non mascherata) che questo Universo così corso di fretta in macchina o simmetricamente alla catena pedalata, è a misura d’uomo e non certo per questi strani ed indesiderati animali ricchi pasti per un mondo per sempre allo e dallo stomaco digerito…

…Sicché, amici miei, voi che traete intelligenza e diletto al crocevia della via per ingannare ogni Sapere fingendovi sportivi impauriti d’un lupo imprecare chi contrario ad ogni Poesia e con essa più elevata metafisica, ho ‘intuito’ il senso di quel verme parlare e raccontare un breve tratto di Universo… Dirmi  avvertirmi enunciarmi ed illuminarmi circa inattese simmetrie regnare non viste…

…Anche il velocipedista lungo l’invisibile suo filo attendere e divorare una strana materia, lungo il fusto e la corteccia che da questa diviene foglia… Infatti entrambe due fanno il loro pasto della foglia della vita e con essa un più degno Universo da tutti indistintamente respirato… Ci sono angeli e demoni in questo Universo, e con esso il male e il bene regnare nei principi Finiti ed Infiniti della Terra è sì un argomento così vasto quello fra Finito ed Infinito dicevo… che già qui io ho esaurito la breve premessa conclusione della passeggiata inizio d’un più felice e consapevole cammino, per altri solo il termine del Pensiero racchiuso tutto entro il bi-pensiero futuro destino…

…L’arguto ed intrepido ma simmetrico risultato della natura concludono felicemente il proprio percorso: un verme avvinghiato all’invisibile ed impercettibile suo filo e l’altro, simmetricamente, avvinghiato alla’oscura parabola del breve e comico suo agguato contrario ad ogni respiro divenuto Lupo inferocito…

…Giacché il fiero pensiero avevano ben mirato quello che appunto nasce all’ombra d’ogni foglia così mal masticata e divorata…

…Ma il Dio da me pregato per l’intero cammino mi insegna ed avverte che pur la Natura dispensa segreta Parola superiore ad ogni Pensiero…




Lo schema swedenborghiano presuppone, come premessa generale, la riconsiderazione del concetto cartesiano di estensione (meccanica: infatti il filo del verme se mosso comporta un movimento a spirale sullo stesso, come il filo del velocipedista comporta un ugual movimento meccanico a spirale sullo stesso - in e in cui - si snoda, ne conseguono molte considerazioni proprie non solo sulla Natura, ma anche sul concetto di bene e male, comunque le finalità di entrambe i due ‘vermi’ rappresentati sembrano intaccare l’elemento vegetale così fagocitato, solo nel fine possiamo comprendere la dinamica del primo e conseguentemente del secondo da cui derivato, premettendo che le spirali più che mutate dalla originaria provenienza, non voglio dire spirali d’odio come l’amico Rousseau che mi accompagna favella, ma comunque d’odio e non certo di sopravvivenza per medesima favella da chi pur senza quella… mostra e insegna), che risulta radicalmente modificato dalla nuova nozione dinamica di punto metafisico quale principio della formazione delle strutture sia del mondo inorganico che di quello organico, secondo un processo di sviluppo continuo al cui culmine si pone l’Anima e il compimento del suo destino ultramondano (ho trascurato di annunciare nella breve premessa di questa discussa passeggiata, che l’antiquaria ‘macchina’ ha fatto il suo prodigioso ingresso ed io in senso inverso al loro natural cammino ho rappresentato la corrosa carrozza la quale ha dato alito e vento ad un concerto di smorfie alle dame quali foglie al vento protese in nome e per conto del progresso; certo, posso ben dire che la mia carrozza antica non meno del loro muso al vento… anch’essa dicevo, ha offerto un miserevole argomento per le antiquarie macchine in cerca di futuro consenso: ossigeno per miglior polmoni per ogni foglia così sospesa nelle proprie ed altrui emozioni….)…

Sulla natura di un tale punto, intermedio tra Infinito e Finito (ecco ho quasi finito…) Swedenborg si sofferma a lungo nella prima parte dei "Principia rerum naturalium”, in cui prende corpo un complesso modello cosmologico variante a quello cartesiano… Ci troviamo immersi così ad un impianto che indubbiamente tradisce parentele filosofiche con la grande famiglia del platonismo e del neoplatonismo, e quando, per la disgrazia e in nome della Foglia espressa sopraggiunge la morte sopraggiunge indistintamente o fors’anche apparentemente la fine della dimensione corporea (scusate miei amici, se il mio Lupo inferocito, però giacché voglio appagare l’infinito vostro appetito sappiate per nostro comune diletto alla vostra vista e dopo il grande abbaiare anche lui ha dato sfogo al  material  suo corpo… ottimo concime per il mugnaio non molto lontano, fertile vita …la vostra  - scusate  -solo….. correre e pedalare in ugual via…), ma non certo la fine della vita: l’Anima infatti continua la propria esistenza (nel tronco e ramo di questa vita…) in una realtà sopramondana (tralasciamo per ora la mondanità dell’antiquaria macchina nella strada di ritorno con la mia discussa carrozza…) e spirituale che invera la precedente, dandole senso e valore. Essendo creata, e quindi appartenendo al mondo dei… Finiti, l’Anima possiede una qualche forma materiale incorruttibile e destinata a permanere oltre il decadimento (nella pessima figura offerta della e nella scalcinata carrozza) dell’involucro corporeo, che assicura la sua sopravvivenza oltre la morte e legittima la continuità della vita nel mondo celeste, riflesso di quello naturale… Il mondo spirituale perpetua tutti i caratteri di quello terrestre; l’uomo vi ritrova una geografia familiare e conserva gli stessi affetti che nella nuova dimensione può sperimentare in maniera del tutto diversa da come gli è stato possibile durante la sua vita precedente, legata al corpo e ai sensi. Questa finestra sull’aldilà apre a significati nella direzione di una nuova escatologia e si appoggia idealmente, alla tradizione del ‘corpo spirituale’ (ebbene mi dice il Rousseau con cui accompagnato essendo ben a conoscenza di taluni meccanismi in cui la nobiltà così fiorita e anche dipinta, di non insistere troppo specie se di sabato su cotal spirituali intenti, giacché nei salotto celebrati spesso codesto spirito a grandi dosi diluito servito et anco pregato che quando uniti escono a regnare il mondo intero, e, ad una breve passeggiata inchiodato, concimare e fondare indistintamente nel secolo non ancor approdato al 1984 ove la macchina del Tempo incontrata presenta medesimo viso così schifato…)…


Il Vostro Fedele
Ammirato
Estasiato
Onorato
&
Alquanto sgrammaticato
nonché inarticolato
corrisposto…
corrispondere e
uguagliare ugual smorfia

di schifo…












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